L’evoluzione delle infrastrutture digitali – dal 5G all’edge computing, fino al cloud distribuito – sta ridisegnando i confini della connettività globale. In questo nuovo scenario, la difesa cibernetica diventa il cuore del sistema, un principio architetturale e non più un livello di protezione aggiunto a posteriori. Fortinet, multinazionale statunitense specializzata nella sicurezza informatica, ha fatto di questa visione il proprio mantra: il networking deve essere guidato dalla sicurezza, non il contrario.
In questa intervista a CorCom, Antonio Madoglio, Senior Director Systems Engineering – Italy & Malta, e Antonio Gentile, Manager Systems Engineering Telco and MSSP Italy, raccontano come l’azienda stia aiutando operatori telco, cloud provider e Managed Security Service Provider a costruire reti resilienti, intelligenti e sovrane, dove la difesa cibernetica e la continuità dei servizi diventano i veri fattori competitivi.
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La rete guidata dalla sicurezza
“Oggi non si può più progettare una rete senza partire dai requisiti di sicurezza – afferma Antonio Madoglio, sottolineando come questo principio rappresenti la base del “Security-Driven Networking” – Fino a pochi anni fa la sicurezza veniva aggiunta in un secondo momento, quasi come un accessorio. Ora, grazie anche a normative come il Gdpr e la NIS2, la sicurezza è diventata un elemento fondante della progettazione stessa”.

Per Fortinet, questa trasformazione ha rivoluzionato l’intero settore. “Chi progetta reti oggi deve partire dalle esigenze di protezione dei dati, delle applicazioni e degli utenti. È un ribaltamento totale del paradigma rispetto a vent’anni fa”, spiega Madoglio, sottolineando il ruolo crescente delle telco in questa evoluzione: “Gli operatori non sono più semplici fornitori di connettività. Diventano veicoli della sicurezza, portando difesa non solo alle aziende ma anche agli utenti finali, dentro le case e sui dispositivi connessi”.
5G, edge e cloud: nuove opportunità e nuovi rischi
“Il 5G, l’edge computing e il cloud distribuito stanno cambiando tutto – osserva Antonio Gentile – Queste tecnologie ampliano la superficie d’attacco in modo esponenziale, perché introducono protocolli aperti e funzioni programmabili. La rete 5G espone interfacce e API che permettono di personalizzare i servizi, ma che allo stesso tempo aumentano la vulnerabilità complessiva”.

Gentile spiega come, rispetto alle reti 4G, i protocolli oggi utilizzati siano più diffusi e quindi più familiari anche ai cybercriminali.: “È per questo che serve tornare ai principi del security by design: ogni nuova architettura deve essere costruita avendo la sicurezza come requisito originario, non come strato aggiuntivo”. La sfida, insomma, è conciliare innovazione e protezione: “Il 5G – argomenta – è un abilitatore straordinario, ma senza una progettazione sicura rischia di diventare un amplificatore delle minacce”.
Piattaforme integrate e consolidamento tecnologico
Fortinet risponde a questa complessità con un approccio fondato sull’integrazione e sul consolidamento. “Negli anni – racconta Madoglio – siamo passati dal concetto di Security Fabric a una vera e propria piattaforma unificata. Abbiamo esteso il nostro sistema operativo, lo stesso che governa i firewall, anche agli endpoint, ai server e alle applicazioni”.
Questo consente di centralizzare la gestione degli incidenti di sicurezza e di garantire una visione unica dell’intera infrastruttura. “L’obiettivo – aggiunge – è semplificare l’operatività e rispondere più rapidamente agli attacchi. Meno tecnologie significa meno complessità e più velocità di reazione”.
Secondo Gentile, la tendenza alla semplificazione è anche una risposta al problema delle competenze: “Le aziende faticano a reperire professionisti specializzati. Ridurre il numero di tecnologie e vendor permette di ottimizzare le risorse e aumentare l’efficienza. Collaboriamo con partner e anche con competitor, perché crediamo che la sicurezza sia un obiettivo comune, non un terreno di esclusiva”.
Sovranità digitale e resilienza
Il tema della sovranità digitale è oggi cruciale per imprese e istituzioni. Madoglio spiega che Fortinet ha sviluppato soluzioni pensate per garantire la localizzazione dei dati e la conformità alle normative europee: “Abbiamo versioni dei nostri servizi SASE che possono essere erogate tramite punti di presenza nazionali, così da assicurare che i dati restino all’interno del territorio italiano”.
La collaborazione con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e con le istituzioni europee è parte integrante di questa strategia: “Lavoriamo insieme – prosegue – per sviluppare linee guida e programmi formativi che innalzino il livello di resilienza complessiva del sistema”.
Gentile aggiunge che la sovranità dei dati può diventare anche una leva competitiva per le telco: “Un operatore che offre un servizio SASE o Zero Trust gestito in casa propria può dire al cliente: il tuo traffico non lascia il Paese – spiega – i tuoi dati restano nella mia rete. È un vantaggio strategico e commerciale enorme”.
Il nuovo ruolo delle telco e degli MSSP
Per Fortinet, il futuro della sicurezza passa attraverso le telco e i Managed Security Service Provider (MSSP). “Gli operatori – spiega Gentile – stanno evolvendo in veri e propri fornitori di sicurezza. Con le nostre piattaforme possono offrire servizi gestiti scalabili e automatizzati, costruendo valore aggiunto sulla connettività”.
Una trasformazione, aggiunge Madoglio, che ha anche u aspetto culturale: “Le telco diventano abilitatori di fiducia digitale, partner chiave per costruire un ecosistema sicuro e resiliente. È una collaborazione che unisce la potenza della rete alla competenza nella sicurezza”.
Intelligenza artificiale e automazione: la sicurezza predittiva
Guardando al futuro, Madoglio evidenzia il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale: “L’AI consente di ridurre i tempi di rilevamento e risposta agli incidenti, individuando comportamenti anomali in tempo reale. Le nostre piattaforme integrano algoritmi di machine learning che rendono la sicurezza sempre più proattiva”.
Allo stesso tempo, l’automazione è la chiave per rendere la cybersecurity scalabile e sostenibile. “L’obiettivo – conclude Gentile – è una sicurezza invisibile, automatizzata e diffusa, integrata nel DNA delle reti e delle infrastrutture digitali. Solo così potremo garantire resilienza e fiducia in un mondo iperconnesso”.




































































