Frequenze, asta in cima all’agenda Agcom

Le regole della gara al centro del Consiglio che torna a riunirsi domani dopo la pausa estiva. Caos Lcn, le Tv locali contro l’annullamento delle graduatorie Corecom

Pubblicato il 03 Set 2012

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È l’asta frequenze a dominare domani l’agenda del Consiglio Agcom che torna a riunirsi per la prima volta dopo la pausa estiva. Come illustrato nel sito dell’authority all’ordine del giorno l’attività “degli uffici concernente la definizione delle procedure di gara previste dalla legge 44/2012 in materia di frequenze televisive”. Ancora, tra gli altri temi, l’avvio “del procedimento istruttorio volto all’identificazione e all’analisi dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa (mercati 1, 4 e 5 fra quelli individuati dalla Raccomandazione 2007/879/CE).

Per Agcom si prospetta un autunno caldissimo. Oltre alla definizione delle regole per la gara frequenze la nuova authority dovrà vedersela con il caos appena scoppiato sul fronte della numerazione automatica dei canali. Il Consiglio di Stato ha infatti annullato l’Lcn (Logical channel number), confermando le decisioni di primo grado del Tar del Lazio che aveva accolto i ricorsi di alcune emittenti locali, come il Comitato Radio Televisioni Locali (Crtl) e il Gruppo europeo di telecomunicazioni (Get), come pure il ricorso di Sky.

Una faccenda intricatissima su cui tornano oggi le due principali associazioni di emittenti locali. “L’aspetto più importante che emerge dall’esame delle quattro sentenze del Consiglio di Stato è la sconfitta della posizione di coloro che chiedevano di sopprimere le dieci numerazioni destinate alle tv locali tra le prime venti del sistema” dicono Marco Rossignoli (Aeranti-Corallo) e Maurizio Giunco (Frt). “Se fosse stata accolta tale richiesta – proseguono – sarebbe stato messo in discussione il posizionamento della prima numerazione di tutte le tv locali, con evidente penalizzazione dell’intero comparto. In base alle sentenze potrebbero essere invece addirittura ipotizzati posizionamenti migliorativi per le tv locali.

Secondo le due associazioni è importante “la previsione di una disciplina transitoria, con il mantenimento dell’attuale piano Lcn nelle more della definizione della nuova regolamentazione. In tal modo non si verificherà il caos temuto dagli operatori e estremamente dannoso anche per l’utenza”.

Desta invece preoccupazione, dicono le tv locali, “la conferma dell’annullamento dei criteri basati sulle graduatorie Corecom, ai fini dell’attribuzione delle numerazioni ad ogni singola tv locale. “Infatti – dicono ancora Rossignoli e Giunco – la misurazione dell’ascolto realizzato sul territorio (indicata dal Tar Lazio in due delle sentenze confermate dal Consiglio di Stato) appare piuttosto difficoltosa. In particolare appare complessa la misurazione degli ascolti che sussistevano nel contesto analogico anche a distanza di anni dallo switch off. Dovrebbero essere definite la metodologia tecnica dell’indagine, i relativi tempi, gli istituti di rilevazione, le modalità di finanziamento della ricerca”. Le due associazioni auspicano che “Agcom sappia individuare un percorso risolutivo della problematica”.

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