L'EDITORIALE

Fusione Tim-Open Fiber, siamo al vecchio piano Metroweb. Ma il prezzo da pagare è ben più alto

Le ipotesi che si stanno facendo strada sono un dejà-vu. Ma la partita non vale più i 700 milioni di tre anni fa. E sarà molto più complicato venirne a capo

Pubblicato il 28 Mag 2019

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Col senno di poi Tim si starà mangiando le mani. Se appena poco più meno di tre anni fa avesse acquisito Metroweb per fare quella newco delle reti di cui si discuteva già da tempo immemore a quest’ora Open Fiber nemmeno esisterebbe. E si starà mangiando le mani perché quell’aumento di capitale da 714 milioni che bastò a Enel e Cdp Equity per prendersi la fiber company “milanese” è impossibile da replicare oggi.  Non solo: se in passato la posta in ballo era il valore della rete in rame di Telecom (per fare lo scorporo e poi la newco) oggi la posta in ballo è il valore di Open Fiber (sempre per fare lo scorporo e poi la newco).

Di fatto siamo tornati alla casella di partenza, ma l’ordine dei fattori e lo scenario sono mutati. Che si faccia una fusione fra Tim e Open Fiber è tutto da vedersi, intanto le ipotesi che si fanno strada sono sempre più ricche di dettagli. L’ultima vedrebbe Tim rilevare la quota di Cdp in Open Fiber per diventare azionista della stessa al 50% con Enel. Il tutto attraverso un aumento di capitale. Ma c’è un’altra ipotesi che vedrebbe invece Cdp in campo con un aumento di capitale per arrivare a un azionariato a tre, in cui la Cassa depositi sarebbe titolare di circa il 20-25%. Praticamente tutto e il contrario di tutto.

Ma è sul valore del 50% di Open Fiber che si sta concentrando l’attenzione. Come sempre in questi casi la forbice delle valutazioni passa da cifre realistiche a iperboliche, come fu al tempo della rete in rame di Tim. Open Fiber sarebbe valutata fra un minimo di un miliardo e un massimo di 8 miliardi: quest’ultima cifra è però stimata al 2023 dagli analisti di Mediobanca, ma è la dimostrazione che di sicuro Open Fiber vale ben più dei 714 milioni di tre anni fa, anche perché l’aggiudicazione delle gare Infratel e gli investimenti messi in campo per la realizzazione delle reti ultrabroadband sono tasselli non da poco per arrivare ad una valutazione realistica della società. La Metroweb èacquisita 3 anni fa aveva in pancia 1,2 miioni di unità immobiliari, al 31 dicembre 2018 Open Fiber ne conta 5,1 milioni di unità immobiliari. E le gare Infratel da sole portano in dote 1,4 miliardi di finanziamenti pubblici.  Secondo Intermonte la società vale ad oggi 2,850 miliardi mentre Equita sale a 3,6 miliardi. Insomma siamo al balletto dei numeri. E arrivare alla fine della “saga” newco anche questa volta non sarà scontato.

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