Entra in vigore oggi il Gigabit Infrastructure Act (GIA), il nuovo quadro normativo europeo pensato per favorire la diffusione di connessioni veloci e avanzate in tutti gli Stati membri. L’obiettivo è affrontare le persistenti difficoltà che gli operatori incontrano nella realizzazione delle infrastrutture e ridurre costi e complessità nella diffusione delle reti in fibra e 5G.
Secondo il nuovo atto, queste reti “a prova di futuro” sono indispensabili – spiega una nota della Commissione Ue – per sostenere i servizi innovativi che si stanno sviluppando rapidamente, in particolare quelli basati sull’intelligenza artificiale e sul cloud computing. Per questo il GIA punta in primo luogo a semplificare procedure spesso lunghe e complesse, accelerando così l’espansione delle reti di telecomunicazione.
Tra gli elementi centrali della normativa figurano una maggiore condivisione delle infrastrutture esistenti e un migliore coordinamento dei lavori civili tra operatori, nonché la possibilità di installare le reti contestualmente ad altri lavori pubblici. Le nuove regole prevedono inoltre la digitalizzazione delle procedure per il rilascio dei permessi, insieme alla disponibilità di informazioni sulle infrastrutture fisiche già presenti e sui lavori civili pianificati.
Il Gigabit Infrastructure Act si inserisce anche nel contesto della “ondata di ristrutturazioni” in corso nel settore edilizio, prevedendo che i nuovi edifici e quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti siano dotati di infrastrutture fisiche interne predisposte per la fibra e di cablaggio in fibra. La normativa si applica in generale da oggi in tutti gli Stati membri dell’Ue, fatta eccezione per alcune disposizioni che entreranno in vigore solo tra alcuni mesi. La Commissione sta lavorando in stretto coordinamento con gli Stati membri e con l’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (Berec) per garantire la corretta applicazione delle nuove regole.
Gigabit Infrastructure Act, cosa prevede
Il nuovo regolamento mira a ridurre i costi inutilmente elevati della realizzazione di reti ad alta capacità, parzialmente causati dalle procedure di concessione delle autorizzazioni. Quest’ultimo tema sarà semplificato attraverso un meccanismo di conciliazione obbligatorio tra enti pubblici e operatori di telecomunicazioni. La nuova legislazione garantirà inoltre maggiore trasparenza e garantirà una pianificazione efficiente per gli operatori delle reti pubbliche di comunicazione elettronica.
Le principali misure e previsioni includono:
- Semplificazione burocratica: introduce norme per snellire e accelerare le procedure di rilascio delle autorizzazioni necessarie per l’installazione delle infrastrutture di rete.
- Coordinamento delle opere civili: facilita il coordinamento dei lavori di installazione delle reti con altri progetti di opere pubbliche (es. lavori stradali, condotte) per massimizzare l’efficienza e ridurre i disagi e i costi (che possono rappresentare fino al 70% dei costi totali).
- Accesso alle infrastrutture fisiche esistenti: garantisce agli operatori di rete il diritto di negoziare l’accesso a infrastrutture fisiche esistenti (come condotti, tralicci, piloni) di proprietà di altri operatori o enti pubblici, per riutilizzarle.
- Infrastrutture interne agli edifici: affronta le sfide legate al cablaggio e alle infrastrutture all’interno degli edifici, per evitare che diventino un “collo di bottiglia” per la connessione ad alta velocità finale.
- Obiettivo 2030: la normativa è pensata per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di connettività dell’UE per il 2030, che prevedono la disponibilità di connessioni in fibra per tutti i cittadini e le imprese.
L’obiettivo generale è creare un quadro normativo armonizzato che favorisca gli investimenti privati e lo sviluppo rapido delle reti gigabit, essenziali per la trasformazione digitale dell’Europa.



































































