In pericolo il rating delle telco del Sud Europa

Secondo Fitch le compagnie avranno difficoltà a gestire il debito a causa del minore cash flow nel mercato domestico. Telefonica la telco con meno “flessibilità”

Pubblicato il 30 Set 2011

La crisi sarà particolarmente gravosa per le Tlc del Sud Europa. A
dirlo l'agenzia di rating Fitch secondo cui non tutte le
compagnie hanno la flessibilità finanziaria per posare la fibra e
per partecipare alle gare per le nuove licenze. Del resto –
spiega Fitch – la generazione di cash flow è sotto pressione sui
mercati domestici e questo può rendere più difficile gestire il
debito, mettendo in pericolo i rating.

Entrando nel dettaglio dei singoli operatori, è Telefonica ad
avere la minore flessibilità per ridurre il proprio capex: i costi
per le nuove frequenze e l'andamento del mercato domestico
hanno messo sotto pressione i margini della società. Margini
importanti per generare la liquidità necessaria per ridurre il
debito, sottolineano gli esperti dell'agenzia di rating.

Quanto a Telecom Italia, la società deve continuare a ridurre il
proprio debito, sostengono gli analisti di Fitch, secondo i quali
la compagnia beneficia del fatto che non sono in corso in Italia
competizioni sui cavi. L’agenzia apprezza inoltre il piano
industriale che punta al deleveraging. D'altra parte il rischio
di un deterioramento del cash flow per la regolamentazione del
settore e per i piani di austerity potrebbero non riuscire a essere
compensati da un taglio del capex, o da nuove forme di generazione
della liquidità. "E questo potrebbe risultare negativo per i
rating”, conclude Fitch.

Intanto Telecom Italia sta pensando a grandi manovre in Israele.
Riprendendo il giornale israeliano “Globes”, Milano Finanza
rivela che la compagnia sarebbe intenzionata ad acquistare le
infrastrutture di Tlc dell’azienda di stato Israel Electronic
Corporation (Iec), tramite la sussidiaria MedNautilus. Il gruppo
guidato da Bernabè – scrive MF – avrebbe chiesto al ministero
delle Comunicazioni di Tel Aviv una deroga per poter partecipare
alla gara, che formalmente non sarebbe aperta a operatori già in
possesso di una licenza. Il gruppo è in attesa di una
risposta.

Per MedNautilus – controllata di TI Sparkle che gestisce la rete
sottomarina che connette Israele al resto del mondo –
l’operazione sarebbe molto vantaggiosa dato che “consetirebbe
di collegare i cavi sottomarini con l’infrastruttura in fibra di
Ec, ramificata in tutto il mondo”, puntualizza MF.
La possibilità di partecipazione alla gara per Telecom non sono
così remote dato che anche un altro operatore – Tamares Telecom
– ha un problema simile a quello di TI e ha chiesto anch’esso
una deroga. A studiare il dossier non solo il ministero, ma anche
l’Antitrust che sta valutando la posizione di mercato di
MedNautilus che opera da monopolista nel settore dei cavi
sottomarini.

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