L'INCHIESTA

Inchiesta security, Telecom è parte civile

Il giudice Anna Calabi accoglie la richiesta del gruppo di costituirsi parte civile nel processo a carico dell’ex Ad Tronchetti Provera. A sorpresa il patron di Pirelli cita in giudizio l’operatore

Pubblicato il 18 Mar 2013

F.Me.

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Telecom Italia, nella persona di Franco Bernabè, è stata ammessa come parte civile contro Marco Tronchetti Provera nel processo a carico di quest’ultimo, ex presidente del gruppo di telecomunicazioni imputato per ricettazione nella vicenda “Kroll”, uno dei filoni dell’inchiesta sui dossier illegali. Lo ha deciso il giudice di Milano Anna Calabi, accogliendo la richiesta di costituzione presentata dalla società, che lamenta danni patrimoniali, morali e all’immagine. Oltre a Telecom Italia, il giudice ha ammesso come parti civili anche il banchiere brasiliano Daniel Dantas, il Banco Opportuniti Sa e l’ex presidente di Brasil Telecom Carla Cico. Il tribunale ha invece respinto le richieste di Asati , di Marco Bava e di Franco Lombardi.

Nella richiesta di costituzione di parte civile, i legali di Telecom Italia avevano indicato che le imputazioni “hanno cagionato oltre a un danno morale evidenti e significativi danni di immagine alla reputazione commerciale di Telecom Italia, tenuto conto dell’eco mediatica che questa vicenda e gli stessi reati presupposto della ricettazione qui contestata hanno determinato in Italia e all’ estero almeno dal 2005 a oggi”. Inoltre, per il gruppo di tlc “i fatti imputati all’ ex presidente di Telecom Italia hanno dunque già cagionato danni patrimoniali alla società e sono suscettibili di cagionarne altri nel prossimo futuro”. Daniel Dantas nella richiesta di ammissione ha lamentato un “danno di immagine come uomo e imprenditore”, Carla Cico un “danno di carriera e di immagine” e il Banco Opportuniti Sa un “danno di immagine”.

Marco Tronchetti Provera, paradossalmente, cita in giudizio Telecom Italia in relazione ai comportamenti tenuti da quest’ultima nei suoi confronti, dopo l’uscita dal gruppo nel 2006, che hanno causato “gravi danni alla propria immagine e onorabilità”. Il presidente di Pirelli, nel corso di dichiarazioni spontanee nell’ ambito del processo che lo vede imputato per ricettazione in uno dei filoni d’indagine sui cosiddetti dossier illegali, ha parlato di “una storia inquietante che mi insegue da più di 7 anni e nella quale il mio nome viene usato per distrarre dai veri colpevoli”.

Tronchetti Provera ricostruisce in aula la “lotta” tra Telecom Italia e il finanziere Daniel Dantas per il controllo di Brasil Telecom e ripercorre le tappe della viceda Kroll e di una presunta attività di assunzioni di informazioni che Kroll “avrebbe svolto o, comunque, avrebbe inteso svolgere nei confronti di Telecom Italia“. Un’attività di “spionaggio” che avrebbe comportato diverse attività “intrusive come, ad esempio, il pedinamento di alcuni nostri dirigenti”, ma anche dei “miei familiari”, racconta il presidente di Pirelli.

Nella memoria difensiva depositata ai giudici, il manager sottolinea come l’avvocato Francesco Chiappetta, capo dell’ufficio legale di Telecom, gli riferì che “perlopiù si trattava di materiale confezionato con informazioni, in parte manipolate, presumibilmente preparate al fine di gettare discredito sulla mia immagine e su quella di Telecom Italia“. In tre pagine scritte, consegnate dopo aver reso dichiarazioni spontanee, Tronchetti Provera spera di “archiviare” questa “deprecabile vicenda”, durata sette anni, che ha fatto emergere “un’attività gravemente lesiva nei confronti dei legittimi interessi di Telecom Italia“.

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