I governi in Europa dovrebbero investire sulle infrastrutture mobili di prossima generazione (come il 5G) se si desidera che il Vecchio Continente ritorni leader in un settore chiave per l’economia del futuro. Questo il monito lanciato da Ericsson, una delle principali aziende europee nel settore delle infrastrutture Tlc, secondo cui la mancanza di investimenti sta ostacolando l’industria delle tlc del continente.
Secondo il Cto di Ericsson, Ulf Ewaldsson, il settore pubblico deve investire nelle tecnologie mobili di prossima generazione almeno quanto quello privato, in modo da garantire il successo dell’Europa: “Il Nord America – ha detto al Financial Times — è molto più avanti dell’Europa nello sviluppo del 4G e delle nuove reti. Potremmo giocare con 3-4 anni d’anticipo sullo sviluppo della prossima generazione, ma il settore pubblico necessità di una visione di più ampio respiro”.
La Commissione Europea l’anno scorso ha investito 50 milioni di euro per attività di ricerca e sviluppo sul 5G da terminare entro il 2020, ma gli altri paesi fanno molto di più: in Corea del Sud, ad esempio, il governo ha messo a disposizione 1,5 miliardi di dollari allo scopo di realizzare una rete 5G entro il 2020 che potrebbe partire nel 2017. Circa 2,2 miliardi di dollari dei circa 3,7 spesi da Ericsson in Ricerca e sviluppo vengono impiegati in Europa, ma al continente si attribuisce solo un quinto del totale delle vendite mondiali.
Ericsson aggiunge così la sua voce alle diffuse preoccupazioni sulla competitività europea rispetto a grandi compagnie telefoniche in paesi come gli Usa, dove un più basso livello di competizione e regolamenti più morbidi hanno portato a una crescita degli investimenti da parte degli operatori più grandi, che porta vantaggi ad aziende come Ericsson. I capi delle aziende di tlc in Europa, riporta il quotidiano finanziario – si sono lamentati a lungo con i politici europei rispetto al fatto che la regolamentazione ha mantenuto la presenza di troppi competitors in ogni singolo paese. Ciò ha determinato un abbassamento dei prezzi per i consumatori ma ha anche ostacolato gli investimenti da parte dell’industria.