IL CASO GERMANIA

L’Europa dice no al vectoring con fondi pubblici

I Governi non possono incentivare la tecnologia nei propri piani a banda ultralarga. Lo ha detto la Commissione Ue alla Germania, nell’approvarne il piano. Una posizione che ha ricadute su tutta l’Europa. Almeno fino all’evoluzione multi-operatore

Pubblicato il 16 Giu 2015

Alessandro Longo

reti-operatori-120206113132

I Paesi membri non possono, almeno per il momento, incentivare il vectoring con fondi pubblici. Questa tecnologia, che potrebbe dare subito i 100 Megabit su reti fibra ottica fino agli armadi, deve restare quindi fuori dai piani banda ultra larga governativi.

E’ quanto si evince dalla risposta con cui la Commissione europea ha approvato il piano della Germania (da 3 miliardi di euro). Il piano infatti includeva anche il vectoring, che è tecnologia chiave per la banda larga tedescca (sappiamo che la Germania è stata la prima a puntare su diffuse reti fibra ottica fino agli armadi, con Deutsche Telekom).

La Commissione però ha detto no: il problema- si legge- è che con il vectoring gli operatori concorrenti non possono accedere al singolo utente. Teme insomma che ci sia un effetto anti concorrenziale. E il principio dell’open access ai network incentivati con i fondi pubblici- ricorda la Commissione- “è un requisito delle Broadband Guidelines”.

Il piano banda ultra larga italiano- in questo aspetto più accorto di quello tedesco- ha infatti escluso da subito il vectoring dagli incentivi.

Pende del resto, da anni, un incertezza regolatoria che Agcom potrebbe sciogliere quest’anno. La preoccupazione del regolatore è chiara: in un Paese privo di reti via cavo, com’è il nostro, è particolarmente importante che il vectoring non chiuda il mercato (anche quando non incentivato con fondi pubblici). Sappiamo che Telecom Italia e Fastweb stanno sperimentando assieme su reti fibra ottica fino agli armadi per arrivare a velocità di 500 Megabit e 1 Gigabit, anche con il vectoring, tecnologia basata su un algoritmo che riduce le interferenze su rame. Il vectoring è quindi un aspetto software, mentre la nostra strategia banda ultra larga incentiva solo gli investimenti in infrastrutture passive.

Almeno per ora, perché il vectoring potrebbe evolvere a breve in senso multi-operatore. Lo mette in conto la stessa Commissione, nel rispondere alla Germania. In tal caso, “una volta approvato dalla Commissione, anche il vectoring potrebbe essere permesso nei piani finanziati dagli Stati”.

Va anche aggiunto che in campo vi sono anche altre soluzioni tecnologiche come “level 2 bitstream” che è già stato regolamentato lo scorso anno dall’Autorità tedesca e che consente l’utilizzo del vectoring in un contesto multioperatore.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

B
banda ultra larga
C
commissione ue
V
vectoring

Articolo 1 di 3