La Cina pronta a sostenere il mercato tlc portoghese

Nessun contratto concreto ma le trattative avanzano sul fronte dei rapporti bilaterali. Il presidente cinese Hu Jintao annuncia la disponibilità a iniettare fondi nel Paese europeo attraverso investimenti

Pubblicato il 09 Nov 2010

La visita di due giorni del presidente cinese Hu Jintao a Lisbona,
dove ha incontrato il primo ministro lusitano Jose Socrates e il
presidente Anibal Cavaco Silva, si è chiusa con un rafforzamento
dei legami bilaterali e la sigla di una serie di accordi di
cooperazione nelle telecomunicazioni, nei servizi finanziari, nella
logistica, nelle energie rinnovabili e nel turismo. Critici
tuttavia i media portoghesi, che hanno sottolineato come per ora
non sia stato annunciato alcun contratto concreto.

L’unica notizia di un certo peso sembra essere l’interesse da
parte di China Power Holding International ad acquistare una quota
della utility portoghese Edp, come reso noto da quest’ultima.
Alcune trattative sono comunque ancora in svolgimento e potrebbero
sfociare in veri contratti, con investimenti e acquisizione di
quote di partecipazione da parte della Cina in alcuni dei settori
di punta dell’economia lusitana.

Hu a Lisbona ha anche dichiarato che la Cina “è pronta a
prendere misure concrete per aiutare il Portogallo a far fronte
alla crisi finanziaria globale”, aggiungendo che incoraggerà le
imprese cinesi a investire in Portogallo; tuttavia Hu non si è
impegnato, come si attendevano alcuni analisti sulla scia di quanto
accaduto in Grecia un mese fa, a “comprare” il debito pubblico
portoghese.

Il Portogallo si colloca attualmente al 77mo posto nella lista dei
fornitori cinesi, con beni per un valore di 222 milioni di euro
esportati lo scorso anno, ed è 65mo tra i principali clienti della
Cina, avendo importato merci per 1,1 miliardi. I due Paesi a
Lisbona hanno chiaramente espresso la volontà di raddoppiare gli
scambi commerciali entro il 2015.

La Cina vuole anche sfruttare le conoscenze portoghesi per
potenziare la sua presenza negli Stati lusofoni, con i quali ha
scambiato nei primi otto mesi del 2010 beni per un valore di 58,5
miliardi di dollari.

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