Lombardi (Asati): “Scorporo rete, a Cdp il 25%”

Il presidente dell’associazione dei piccoli azionisti di Telecom annuncia le proposte sullo spin off: “In Borsa il 47% di Open Access e all’operatore il 25%”. E sullo statuto rilancia: “Ne serve uno duale coerente con l’assetto azionario a larga diffusione”

Pubblicato il 06 Mag 2013

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“Lo scorporo della rete di Telecom Italia e l’eventuale ingresso dell’azionista Hutchison Whampoa sono operazioni che devono avvenire nell’interesse di tutti gli azionisti, compresi i piccoli”. Franco Lombardi, presidente di Asati, scende in campo con le proposte a tutela delle minorities in vista del Cda dell’8 maggio che dovrà discutere dei due delicati dossier. “Dobbiamo evitare – chiarisce Lombardi al Corriere delle Comunicazioni – di ripetere le ingiustizie subite nel passato dei piccoli azionisti (che rappresentano il 70% del capitale di TI e 600mila azionisti ndr) a valle della privatizzazione”.

Presidente Lombardi, Asati chiede un’assemblea straordinaria da convocare entro il mese di settembre. Per fare cosa?
L’assemblea straordinaria sarà chiamata alla modifica sostanziale dello statuto sociale. In particolare va rimossa la norma che prevede che alla lista “maggioritaria” siano assegnati i 4/5 dei consiglieri di amministrazione. Norma che poteva avere, forse, un senso quando in una azienda figurava un azionista con oltre il 40-50% del capitale, ma che non ha più ragione di esistere: oggi un azionista, con un 20% o anche meno governa una società, ponendo condizionamenti insopportabili per gli altri azionisti,e favorendo conflitti di interesse per operazioni con parti correlate. Proponiamo inoltre l’introduzione di norme allineate ad un sistema di governo coerente con l’assetto azionario a larga diffusione ovvero il cosiddetto statuto “duale” con l’introduzione del Consiglio di Gestione e del Consiglio di Sorveglianza. L’assemblea dovrà inoltre trattare anche la questione dello scorporo.

In questo senso quali sono le vostre proposte?
Sul tema della rete Asati propone di mettere in borsa il 47% di Open Access, con le strutture passive e civili di Tlc, l’elettronica di accesso per la rete Ngn, gli asset passivi del backbone e i sistemi di alimentazione e condizionamento. Alla Cdp sarà riservata una quota, che potrebbe essere del 25% e ai dipendenti una quota del 3%, immessa in una apposita Sicav. Telecom, da parte sua, manterrà una quota importante del 25%. Il 47% immesso sul mercato potrà anche essere sottoscritto dagli attuali azionisti Telecom Italia che daranno in cambio le loro azioni ordinarie e di risparmio, annullate poi dalla società. In questo modo si attuerebbe una operazione definita Opv-S (Offerta Pubblica di vendita-scambio) che garantirebbe assoluta trasparenza e rispetto di tutti gli azionisti. Effetti positivi ci sarebbero anche per il sistema Paese che potrebbe finalmente intraprendere un percorso più rapido verso il rafforzamento delle infrastrutture di rete mentre Telecom avrebbe la possibilità di raccogliere dal mercato significative risorse finanziarie senza compromettere la sua attività principale.

Altro dossier delicato è quello dell’integrazione Telecom-3 Italia. I cinesi vogliono il 29,9% del capitale. Cosa pensate in merito?
Secondo l’ufficio studi di Asati, che ha considerato perimetri omogenei finanziari, il valore di H3g Italia può essere rapportato intorno al 5% del capitale sociale di TI.

Questo che vuol dire?
Che in cambio dell’azienda H3G l’azionista Hutchison Whampoa riceve la suddetta quota azionaria di Telecom già a disposizione del Cda che potrà avvalersi della delibera assembleare dell’aprile 2009. Oltre alle sinergie vanno ovviamente esaminate le eventuali ripercussioni sul piano occupazionale delle due società.

Ma i cinesi rimarrebbero ben lontani dalla quota a cui puntano…
Con l’operazione indicata, Hutchison Whampoa cederebbe H3G Italia in cambio del 5% delle azioni TI. L’aumento della quota azionaria in TI – secondo Asati – dovrebbe avvenire tramite un’Opa “parziale” e “volontaria” fino a un massimo del 29,9% compresa la quota di assegnazione di azioni per l’acquisizione di H3G Italia, ad un prezzo minimo equivalente al Book Value di TI pari oltre 1 euro per azione.

Questa operazione vi darebbe maggiori garanzie?
Certamente. Asati si opporrà a qualsiasi tentativo di eludere la questione della tutela degli azionisti attraverso ipotesi di acquisizione diretta di quote Telco rivolta agli azionisti della stessa Telco. Per questo invieremo una lettera apposita alla Consob chiedendo di seguire l’evoluzione degli eventi attraverso una doverosa vigilanza.

Cosa chiedete infine al Cda in programma dopodomani?
Di elaborare un nuovo piano strategico pluriennale con il quale verificare la fattibilità delle due suddette operazioni tenuto nel dovuto conto l’impatto occupazionale.

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