Gli operatori mobili italiani espandono le coperture dei servizi Lte; al tempo stesso cominciano a testarne le possibili evoluzioni.
La situazione è maturata rispetto al 2013, visto che ormai tutti e quattro gli operatori hanno coperture 4G. Permangono però grosse differenze, che – stando alle roadmap annunciate – si ridurranno ma non si annulleranno nel corso dell’anno. Il 4G è ancora lontano dai livelli di maturità del 3G: Vodafone è il solo operatore a supportare il roaming estero 4G (per ora in Italia, Spagna, Portogallo, Romania e Grecia) e le nuove reti non sono ancora utilizzate dagli operatori mobili virtuali.
Particolarmente ampia è la copertura di Telecom Italia: “Siamo in 651 comuni, di cui 121 grandi città, per una copertura outdoor di oltre il 50% della popolazione, che arriverà a circa l’ 80% entro il 2016”, dice Michele Gamberini, responsabile Wireless Network Engineering and Innovation. L’operatore ha dichiarato nell’ultimo piano industriale che scommetterà 900 milioni nel 2014-2016 sulla rete 4G.
Vodafone non vuole essere da meno: vi impegnerà una parte consistente dei 3,6 miliardi del piano “Spring”, dedicato nel 2014-2015 alle reti fisse e mobili a banda larga. “Siamo in 100 comuni e località turistiche italiane”, dice Marco Zangani, responsabile Mobile Access Southern Europe.
Telecom e Vodafone hanno già ridotto le tariffe 4G (ossia il premium price rispetto a quelle 3G), preparandosi all’arrivo della concorrenza di 3 Italia e Wind, che sta diventando più forte.
3 Italia è stata per tutto il 2013 solo a Roma e Milano, ma ora ha potenziato la copertura in 90 città, tra cui Napoli, Bologna, Firenze, Venezia, Salerno, Bolzano, Treviso, Caserta e Taranto. “Nel 2014 attiveremo anche i primi siti 4G a 2600 MHz per incrementare ulteriormente la capacità di rete. Per supportare le potenzialità del 4G, abbiamo anche un piano triennale di upgrade della rete trasmissiva”, annuncia il Cto Antonella Ambriola.
Telecom e Vodafone riferiscono di stare già usando tutte le frequenze a loro assegnate (800, 1800 e 2600 MHz). Wind ha appena attivato il 4G a Roma, Milano e Bologna, ma anche in alcune aree strategiche come gli aeroporti di Fiumicino, Linate, Malpensa, Orio al Serio, Venezia, Bologna, Catania, la Fiera di Rho, il Politecnico di Milano, l’università Sapienza di Roma. “Nel 2014 la copertura della rete Lte sarà attiva, progressivamente, in circa 20 primarie città”, dice Ermanno Berruto, Responsabile Technology Architecture.
Gli operatori al momento non sembrano avere particolare fretta di spingere sul futuro dei servizi 4G. A cominciare dalla richiesta di nuove frequenze: “Siamo completamente soddisfatti della nostra dotazione di frequenze Lte. Anche perché in futuro potremo incrementare la banda facendo il refarming di frequenze attualmente utilizzate per il Gsm”, dice Gamberini. Vodafone si aspetta nuove frequenze “nei prossimi 2-3 anni”.
“Da più di sei mesi testiamo la funzionalità Carrier Aggregation di Lte Advanced che, grazie all’aggregazione di diverse porzioni di banda, ci ha già consentito di raggiungere velocità di picco di 300 Mbps in downstream e 150 Mbps in upstream”, sottolinea Gamberini. “Anche su VoLte (possibilità di fare telefonate sulla rete 4G, che ora è usata solo per internet) abbiamo realizzato test in rete live, ottenendo risultati incoraggianti dal punto di vista della velocità di call set up e della qualità della fonia. Altre attività, come quelle su Lte Broadcast (trasmissioni video televisive) sono attualmente in fase di sperimentazione in laboratorio”, aggiunge.
Sperimenta molto anche Vodafone. Ha sperimentato di recente a Napoli, per la prima volta in Italia, l’Lte Advanced raggiungendo una velocità di download di 250 Mbps. “Lo standard verrà reso disponibile nel corso dell’anno e utilizzabile dai clienti con l’arrivo sul mercato dei primi device compatibili, previsto per inizio 2015”, dice Zangani. Di recente, Vodafone ha inoltre fatto test pubblici per l’Lte Broadcast e VoLte in Germania. 3 Italia riferisce di “stare considerando” l’utilizzo del VoLte, mentre Wind dice che lo introdurrà quando il mercato sarà pronto.
Ma gli operatori, in questo momento, sono più concentrati sulla monetizzazione degli investimenti passati e programmati, più che sulla spinta innovativa.