Lte, Savarese (Agcom): “Surplus alle Tlc”. E il Pd si spacca

Il commissario ribadisce la posizione dell’Authority: “Reinvestire in banda larga, altrimenti ci facciamo autogol”. Nelle file dei democratici il senatore Vincenzo Vita vorrebbe destinare le risorse in più all’emittenza locale, ma il partito presenta una mozione per dirottare i soldi al trasporto pubblico locale

Pubblicato il 23 Set 2011

“Non è ammissibile che gli operatori investano in alcune parti
dell'Italia, dove c'è un ritorno più immediato
dell'investimento, e si lascino indietro altre parti”. Lo ha
detto questa mattina Enzo Savarese, commissario Agcom, al convegno
promosso dal Corecom Calabria sul futuro della comunicazione.

Il commissario ha ricordato l'intervento del presidente
dell'Authority Corrado Calabrò, votato all'unanimità in
commissione, sulla necessità di un piano nazionale per la banda
larga.

La proposta di Savarese è di utilizzare il surplus dall'asta
delle frequenze per le telecomunicazioni, arrivata ieri a 3,6
miliardi (su una previsione di 2,4 miliardi) per effettuare
investimenti “perché altrimenti ci facciamo autogol”.

L'asta Lte spacca il Pd. Divergenze sul surplus

Non ci sono le Tlc nelle ipotesi messe in campo dal Pd sulla
destinazione del surplus generato dall'asta Lte: c'è chi
tira in ballo l'emittenza locale e chi il trasporto pubblico.
L'ultimo in ordine di tempo a fare una proposta è Vincenzo
Vita, secondo cui "restituire il surplus ottenuto
dall'asta delle frequenze delle telecomunicazioni alle
emittenti televisive, a cui sono state tolte le frequenze, è un
atto minimo di giustizia retributiva". 

''Le telecomunicazioni pagano l'asta – ha detto il
senatore Pd, parlando ai cronisti a Reggio Calabria – prevista da
Tremonti nella penultima manovra finanziaria con un gettito di 2,4
miliardi di euro. E' andata molto più avanti del previsto, di
quasi 1 miliardo di euro in più e non è ancora finita. Chiedo,
come se qui ci fossero i ministri Tremonti e Romani, perché questo
surplus non viene restituito alle tv locali?".

Ma intanto il Pd viaggia in direzione diversa. Ieri alla Camera è
stata presentata una mozione, firmata dai deputati del partito
guidato da Bersani, che chiede al governo di mettere a disposizione
delle Regioni per il trasporto pubblico locale una parte delle
risorse derivanti dall'asta per le frequenze.

“In questi giorni l'asta per le frequenze – spiegava ieri
il capogruppo del Pd in commissione Trasporti e Tlc della Camera,
Michele Meta – ha superato ormai ogni aspettativa con offerte che
hanno raggiunto un valore superiore ai tre miliardi di euro.
Chiediamo quindi, una volta terminata l'asta, di destinare
immediatamente 1,5 miliardi di euro per il finanziamento del
trasporto pubblico locale che rischia di subire il colpo mortale
assestato con i tagli prevista dalla manovra”.

Anche il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti,
aveva appoggiato la mozione, sottolineando che la richiesta fatta
al governo dal Pd “di mettere a disposizione delle Regioni per il
trasporto pubblico locale una parte delle risorse derivanti
dall'asta per le frequenze liberate dal passaggio al digitale,
rappresenti una soluzione adeguata per colmare il gap provocato dai
numerosi tagli imposti dal Governo agli enti locali''.

“Recuperare una parte delle risorse dalla vendita delle frequenze
liberate dal passaggio al digitale e destinarle a questo settore mi
sembra la scelta migliore – concludeva Zingaretti – che mi auguro
venga condivisa da tutti i deputati, per dimostrare che chi governa
non intende abbandonare gli italiani, già fortemente provati dalla
crisi che il Paese sta attraversando''.

In ogni caso nessuna delle parti riconosce la possibilità che
parte del surplus aggiuntivo dell’asta Lte torni al settore così
come auspicato anche da Agcom.

In una segnalazione inviata a governo e parlamento lo scorso 9
settembre, l’Autorità sottolineava la necessità di destinare
una quota significativa delle risorse derivanti dalla gara per le
frequenze a misure di sostegno per la banda larga e le Ngn.

Per l'Agcom un supporto "mirato alla domanda per banda
larga (attraverso misure di incentivazione all'adozione di
apparecchiature informatiche, all'innalzamento del grado di
alfabetizzazione informatica attraverso adeguate politiche
scolastiche, alle agevolazioni per le piccole e medie imprese per
l'utiizzo della banda larga, alla previsione di un bonus
governativo per l'abbonamento a un quotidiano on line per gli
studenti), consentirebbe di promuovere, senza distorsioni
concorrenziali, lo sviluppo di un ambiente digitale idoneo a
sostenere la richiesta di servizi veicolati sulle reti in fibra di
nuova generazione".

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