M-payment, Apple lascia l’iPhone 5 senza borsellino

Mancanza di standard nell’industria, la casa di Steve Jobs non intende aggiungere la tecnologia Near field communication nella prossima versione del device. E invece Google si appresta ad avviare sperimentazioni a New York e San Francisco

Pubblicato il 15 Mar 2011

Apple non intende integrare nella prossima generazione di iPhone,
l’iPhone 5, la tecnologia Near field communication (Nfc)
destinata allo sviluppo di servizi di m-payment. La casa della Mela
non vuole imbarcarsi nell’m-payment in mancanza di standard ben
definiti nell’industria. Lo rende noto l’Independent,
precisando che l’annuncio è stato dato a diversi operatori
britannici.

Gli ingegneri di Apple continueranno tuttavia a lavorare ad una
soluzione basata sull’Nfc, tanto che secondo Bloomberg già
quest’anno l’azienda di Steve Jobs renderà disponibile un
“portafoglio” mobile che consentirà la gestione di file,,
numeri di carta di credito, mini bilanci dei doni su iTunes e
banche dati.

Al momento, Apple paga la commissione sui pagamenti via carta di
credito di tutti gli acquisti conclusi su iTunes e sull’App
Store. Introducendo un sistema analogo a PayPal, Apple potrebbe
ridurre sensibilmente i costi, consentendo ai suoi partner di
gestire in autonomia i prezzi dei rispettivi prodotti e
servizi.

In ogni caso, Apple deve fare i conti con la concorrenza: a
febbraio Google ha lanciato Android 2.3.3, che include
funzionalità di m-payment. Anche Rim ha fatto sapere che la
maggior parte nei nuovi BlackBerry in consegna nei prossimi mesi
conterranno tecnologie Nfc, con funzionalità di m-payment e
geolocalizzazione.

Gli analisti avevano previsto il lancio di soluzioni Nfc da parte
di Apple già a partire dal novembre scorso, quando negli Usa
Verizon Wireless, At&t e T-Mobile annunciarono il lancio congiunto
entro 18 mesi di un network nazionale, battezzato Isis, destinato
all’m-commerce, per promuovere i pagamenti mobili tramite i
device dei consumatori.

E se Apple resta al palo sull'm-payment Google diversifica
ancora il suo business in questa direzione. Il colosso di Mountain
View avvierà nel giro dei prossimi quattro mesi i test di un
servizio di portafoglio elettronico in alcuni negozi di New York e
San Francisco: i clienti dei punti vendita selezionati potranno
usare i loro telefonini per effettuare gli acquisti, secondo quanto
riporta l’agenzia di stampa Bloomberg citando le prime
indiscrezioni di fonti vicine a Mountain View.

Google pagherà per l'installazione di migliaia di sistemi
della VeriFone Systems che funzionano come registratori di cassa
abilitati ai pagamenti a distanza. Questi sistemi accetteranno le
transazioni effettuate dai cellulari dotati della tecnologia near
field communication (Nfc).

Il progetto inserisce Google tra un numero crescente di aziende che
stanno sperimentando la Nfc, che consente ai consumatori di pagare
prodotti e servizi avvicinando il cellulare ad apposite casse
all’uscita dei negozi, anziché tirar fuori portafogli e carta di
credito. Il servizio di Google potrà unire diverse informazioni
del consumatore sullo stesso chip Nfc del telefonino, per esempio
la situazione del conto bancario, la carta fedeltà del negozio,
buoni sconto a disposizione e altro ancora.

Il servizio di mobile payment di Google farà diretta concorrenza a
PayPal di eBay e ad Isis, iniziativa congiunta di alcune aziende
della telefonia mobile americane, tra cui At&t e Verizon Wireless.
L'adozione di sistemi di pagamento mobili dipenderà
naturalmente dalla disponibilità di cellulari con la tecnologia
Nfc; l’interesse di Google è che molti di questi device girino
su sistema operativo Android, come il Nexus S di Samsung
Electronics, già sul mercato e predisposto per le transazioni Nfc.

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