Maurizio Dècina: “Riordino dello spettro radio”

Intervistato dall’Espresso, il commissario Agcom annuncia le strategie dell’authority: “Libereremo 30 Mhz nella banda a 700 Mhz ora occupata dalla tivù”. Pronto a gennaio il bando di gara, poi “il capitolato passa al Mise”

Pubblicato il 11 Gen 2013

“Il precedente consiglio dell’Agcom era scaduto a marzo e noi siamo entrati in 25 luglio. Di fatto, abbiamo cominciato a lavorare a settembre. Stiamo correndo per colmare il ritardo accumulato. A gennaio risolveremo la questione dell’asta frequenze. Daremo quindi il capitolato dell’asta al ministero dello Sviluppo economico”. Risponde così il commissario dell’Agcom Maurizio Dècina, uno dei padri delle telecomunicazioni italiane, in un’intervista di Alessandro Longo all’Espresso, alla domanda relativa al pressing dell’Europa che chiede subito un’asta frequenze, per aprire a nuove emittenti il mercato televisivo italiano, troppo chiuso secondo Bruxelles. L’asta però adesso rischia di essere rinviata alle calende greche per l’opposizione di Rai e Mediaset, mentre il ministero per lo Sviluppo Economico preme per avere subito dall’Agcom il bando di gara.

L’Europa, domanda l’Espresso, ha criticato molto una prima bozza di regolamento e ha chiesto di cambiarla per dare effettivamente spazio a nuove emittenti tv. Una seconda bozza dell’Agcom è finita ora nel mirino di Mediaset che accusa l’Autority sostenendo che così l’asta è poco interessante per le grandi emittenti. Invece la Rai, in un ricorso al Tar del Lazio, per risolvere le interferenze con le emittenti di Paesi vicini, chiede di avere nuove frequenze gratis e le vuole proprio dal pacchetto che dovrebbe andare all’asta…

”Chiariamo: Agcom segue gli ordini del Parlamento e dell’Unione europea – risponde Dècina – La legge 44, che ci dà l’incarico di fare le regole per l’asta, non indicava nessuna frequenza da riservare ai nuovi entranti. L’Europa ha chiesto di dare tre frequenze ai nuovi, noi ne abbiamo riservata almeno una nonostante la legge italiana non lo prevedesse. Abbiamo preso in mano un dossier complicato e lo stiamo sistemando, per risolvere la procedura d’infrazione europea del 2008 per grave mancanza di apertura del mercato”.

Per quanto riguarda i prossimi passi sul fronte delle frequenze, Dècina dice che “procederemo a un riordino dello spettro delle radiofrequenze, per consentire lo sviluppo della banda larga mobile. Al momento l’Italia assegna 60 Mhz per internet di quarta generazione (Lte) nella banda a 800 Mhz. Verranno liberati, per la banda larga, ulteriori 30 Mhz nella banda a 700 Mhz, ora occupata dalla tivù. L’Europa raccomanda di fare così a partire dal 2016. Nel regolamento per l’asta abbiamo stabilito che queste frequenze saranno assegnate per cinque anni alle tivù. Ergo, se saranno occupate tutte dalle emittenti tivù con la nuova asta, saranno disponibili per la banda larga nel 2017”.

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