Il mondo dei media è sempre più globalizzato e interconnnesso ma quanto connessi tra loro sono i professionisti che lavorano nell’industria dei media? E quanto ben collegati sono i professionisti italiani dei media rispetto ai loro colleghi europei e americani?
Uno studio condotto dal Festival of Media Global, l’evento di settore che si tiene a Roma dal 6 all’8 aprile, fa luce sul modo di tessere relazioni (networking) degli executive del mondo dei media italiani e lo confronta con quello dei loro pari in Usa, Uk, Spagna, Francia e Germania. In tutto, sono stati intervistati circa 200 professionisti del settore. Ne è emerso che gli incontri “vis-a-vis” restano di importanza capitale in Italia e in Europa, mentre negli Usa i modi di relazionarsi riflettono una cultura molto più abituata al mondo online.
Avere solide relazioni personali è ancora al primo posto per i professionisti dei media italiani, che nella maggioranza dei casi dicono che il 25% del business nella loro aziende si crea grazie al networking “personale” (negli Usa la percentuale scende anche fino al 10%). In tutti i paesi, però, il 36% del campione dice che la loro azienda li spinge ad estendere in generale i contatti.
Gli italiani, insieme con gli inglesi e gli spagnoli, preferiscono tenersi in contatto con le loro connessioni locali tramite incontri personali, non online o in occasioni formali come gli eventi di settore. L’online networking è comunque importante anche per i professionisti italiani, che dicono di passare il 75% del tempo che ogni settimana dedicano alle relazioni usando strumenti online, mentre solo il 25% del tempo è riferito alle interazioni vis-a-vis.
Proprio per quel che riguarda il face to face networking, i professionisti italiani scelgono di preferenza il pranzo per tenere i contatti personali, rispetto alla colazione, la cena, la pausa caffè o l’aperitivo, così come i francesi e i tedeschi, mentre gli spagnoli e gli inglesi preferiscono gli incontri agli eventi di settore e gli americani si dividono tra gli incontri durante l’ora dell’aperitivo e quelli agli eventi.
I professionisti dei media italiani tendono a vedere i loro contatti internazionali una o due volte l’anno, come accade anche in Usa, Uk e Francia, mentre i professionisti tedeschi e spagnoli vedono i loro contatti stranieri più spesso. Inoltre, gli italiani tendono ad avere connessioni estere in solo due-tre paesi, mentre spagnoli e inglesi ne hanno in più di quattro e americani, francesi e tedeschi in una decina di paesi o più. E i professionisti italiani hanno connessioni con un massimo di 100 altre aziende, come tedeschi, francesi e spagnoli, mentre americani e inglesi ne hanno di più.
La maggioranza dei professionsiti italiani ha tra 100 e 500 contatti su LinkedIn, mentre quelli di Usa, Uk, Spagna e Francia ne hanno in media tra 500 e 1.000.
“Parliamo sempre dei consumatori connessi e di come i media globali siano sempre più connessi, ma abbiamo voluto testare anche i professionisti dei media e capire con quanti paesi e aziende tengono i contatti per il loro lavoro”, commenta Charlie Crowe, chairman and editor-in-chief di Festival of Media Global. “Ci interessava scoprire non solo la divergenza tra networking online e offline e tra Europa e Usa, ma anche l’importanza del networking in generale per assicurarsi nuovo business. Il Festival of Media Global è noto per la quantità di contatti che i partecipanti possono stringere e siamo ansiosi di vedere questa dinamica in atto a Roma ad aprile”.
Organizzato da C Squared, il Festival of Media Global è l’unico evento dedicato dell’industria dei media che fa incontrare le figure di più alto profilo e i decision makers di più alto livello delle industrie della pubblicità, dei media e del marketing di tutto il mondo.