Il tema del mercato unico Tlc è parte di una più ampia riflessione sulla competitività europea, come illustrato dal Direttore Tullio Ambrosone dell’AREL Single Market Lab durante il Convegno dell’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry del Politecnico di Milano. La creazione di un quadro regolatorio armonizzato, capace di andare oltre le differenze tra i singoli Stati membri, rappresenta una condizione necessaria per rafforzare le telecomunicazioni europee e sostenere le altre filiere strategiche. La roadmap presentata da Ambrosone mostra un’Unione Europea alle prese con scelte decisive, che riguardano non solo la connettività, ma le fondamenta dell’integrazione economica e tecnologica.
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Le priorità della roadmap europea: tra settori verticali e leve trasversali
Nell’intervento presentato durante il convegno, Ambrosone spiega che l’attuale roadmap europea unisce tre priorità verticali, che riguardano telecomunicazioni, energia e finanza, e due priorità orizzontali, dedicate a innovazione/ricerca e semplificazione normativa. L’obiettivo è accelerare le condizioni di sviluppo dei settori strategici, ridurre i tempi di implementazione e coordinare strategie che oggi procedono ancora in modo disomogeneo tra i Paesi dell’Unione.
Secondo Ambrosone, la roadmap «cerca di replicare l’approccio di Jacques Delors negli anni ’90» e rappresenta uno strumento operativo più che dichiarativo, costruito per favorire l’attuazione progressiva delle misure entro il 2028. Il valore di questo percorso riguarda la capacità di intervenire simultaneamente su settori che condividono criticità e opportunità, tra cui digitalizzazione, costi infrastrutturali, dipendenze esterne e necessità di nuove regole comuni.
Perché il mercato unico Tlc è una priorità strategica
Uno dei messaggi più rilevanti dell’intervento è la necessità di affrontare la frammentazione del settore delle telecomunicazioni. L’Europa, pur disponendo di infrastrutture avanzate e una lunga tradizione regolatoria, continua a presentare differenze significative tra gli Stati membri in termini di spettro, licenze, condizioni competitive e capacità di investimento.
Ambrosone sottolinea che una parte del dibattito pubblico trascura l’importanza del mercato unico Tlc, perché le agende politiche recenti sono state dominate da sicurezza e politica estera. Tuttavia, la roadmap mira a riportare al centro questi temi, ricordando che telecomunicazioni, energia e finanza costituiscono tre pilastri dell’integrazione industriale europea, e che una governance più uniforme può supportare la competitività delle imprese e la stabilità delle catene del valore.
La frammentazione attuale incide sulla velocità dei progetti di rete, sulla distribuzione degli investimenti e sulla possibilità di attivare servizi transfrontalieri. La differenza di requisiti regolatori rallenta la diffusione delle tecnologie più evolute e impedisce di sfruttare pienamente economie di scala su infrastrutture come 5G, fibre ottiche e piattaforme cloud.
Innovazione e quinta libertà: perché servono nuove basi per la competitività europea
Tra gli elementi più innovativi della roadmap descritta da Ambrosone c’è l’introduzione di una quinta libertà dedicata alla libera circolazione di conoscenza, ricerca e innovazione. L’obiettivo è creare condizioni che favoriscano sperimentazione, interoperabilità e sviluppo tecnologico con minori vincoli burocratici. Questo punto assume rilievo anche per il mercato delle telecomunicazioni, dove l’evoluzione dei servizi digitali, delle reti avanzate e dell’edge computing richiede tempi decisionali più rapidi e un quadro regolatorio più leggero.
Il Direttore dell’AREL evidenzia inoltre la proposta di un ventottesimo regime per le imprese su scala europea, un meccanismo che permetterebbe di superare parte delle complessità derivanti dalle diverse normative nazionali. Questo strumento è pensato per facilitare l’operatività delle aziende che lavorano in più Paesi, riducendo gli ostacoli amministrativi e incoraggiando investimenti cross-border.
La collaborazione tra ricerca, imprese e regolatori è quindi vista come un pilastro per costruire un’Unione competitiva nelle tecnologie emergenti, in grado di misurarsi con Stati Uniti e Cina su cloud, reti avanzate, data economy e intelligenza artificiale.
Semplificazione, regolazione e tempi di attuazione: le sfide più delicate
Ambrosone riconosce che raggiungere un mercato unico Tlc entro il 2028 richiederà compromessi complessi. La semplificazione normativa è un obiettivo strutturale, ma la sua implementazione incontra ostacoli legati a interessi nazionali, differenze nelle condizioni di mercato e priorità politiche divergenti.
La roadmap prevede l’approvazione di almeno tre regolamenti entro il 2028: per Ambrosone, raggiungere anche solo questo risultato costituirebbe «un passo in avanti importante» rispetto alla situazione attuale . La sfida riguarda la capacità dell’Unione di coordinare misure che coinvolgono contemporaneamente competizione, sicurezza, investimento pubblico, accesso allo spettro e protezione dell’ecosistema europeo.
L’armonizzazione del mercato potrebbe inoltre influenzare il consolidamento del settore delle telecomunicazioni, tema centrale negli scenari delineati dall’Osservatorio. Tuttavia, Ambrosone non parla di un modello unico da perseguire, ma di un processo graduale in cui regolatori e imprese dovranno bilanciare interessi di mercato, tutela della concorrenza e necessità di innovazione.
Il mercato unico Tlc come leva di competitività
L’intervento del Direttore dell’AREL suggerisce che il mercato unico Tlc non sia solo un obiettivo regolatorio, ma anche un mezzo per rafforzare la capacità industriale dell’Europa. La connettività è parte essenziale dei processi produttivi, delle strategie aziendali e dei nuovi modelli di servizio. Senza una cornice comune più coerente, la diffusione del 5G, delle reti private, del cloud e delle nuove applicazioni digitali continuerà a procedere a velocità diverse tra i Paesi europei.
Per questo la roadmap presentata da Ambrosone assume il valore di un esercizio pragmatico: non una visione astratta, ma un tentativo di rendere più prevedibile e integrato il percorso che dovrebbe accompagnare la trasformazione digitale del continente. Il successo di questo processo dipenderà dalla capacità di conciliare regolazione, innovazione e investimenti, favorendo non un mercato perfettamente uniforme, ma un contesto più allineato in cui imprese, operatori e istituzioni possano operare con maggiore continuità.









