Merger At&t/T-Mobile Dt: “Break fee blindata”. Ma intanto Sprint fa causa

La telco tedesca replica alle voci circolate ieri su possibili annullamenti del pagamento della penale in caso di fallimento del deal: la break fee, assicura, resta valida sempre. Ma la rivale americana si rivolge a un tribunale di Washington per bloccare la fusione

Pubblicato il 07 Set 2011

placeholder

Deutsche Telekom rassicura i suoi investitori intervenendo
sull’ormai complessa questione del takeover della sua filiale Usa
da parte di At&t e fa sapere che il pacchetto con la penale per la
rottura del contratto negoziato con la telco americana è più che
blindato e si applicherà qualunque sia il motivo di un eventuale
fallimento dell’accordo. Il gruppo tedesco risponde così alle
notizie trapelate ieri sull’agenzia Reuters secondo cui la break
fee verrebbe pagata solo ad alcune condizioni.

Un portavoce di Deutsche Telekom ha dichiarato che At&t potrebbe
ritirarsi dall’accordo se le concessioni necessarie per
l’approvazione dell’antitrust superassero i 7,8 miliardi di
dollari; ma ha confermato che Dt avrebbe comunque diritto ai suoi 6
miliardi di dollari di risarcimento per la mancata
acquisizione.

Nonostante queste rassicurazioni, però, la questione si fa sempre
più complicata perché il mega-merger da 39 miliardi di dollari,
proposto a marzo, incontra ogni giorno un nuovo ostacolo. Dopo la
causa intentata dal dipartimento di Giustizia americano (che pure
si è detto aperto ad accettare modifiche della proposta di At&t),
arriva oggi la causa indetta dal carrier Sprint Nextel, avversario
numero uno di un deal che ridimensionerebbe notevolmente il suo
posizionamento sul mercato mobile statunitense.

L’operatore ha presentato la sua causa contro il proposto takover
in una corte federale del District of Columbia con l’obiettivo di
bloccare l’operazione in quanto violerebbe, dice, la legge
antitrust. I documenti dei legali di Sprint parlano di “danni
alla concorrenza e ai consumatori” che risulterebbero dalla
transazione: secondo Sprint, infatti, la fusione dei due operatori
mobili danneggerebbe i consumatori perché farebbe salire i prezzi
(riducendo la concorrenza) e ostacolerebbe l’innovazione,
instaurando di fatto un duopolio incentrato su At&t e Verizon, a
tutto danno di Sprint e dei carrier wireless indipendenti.

Sprint, che si è opposta all’accordo tra At&t e T-Mobile Usa fin
dall’inizio, ha già presentato nei mesi scorsi un esposto presso
la Fcc contro l'operazione. Oggi, nella causa intentata a
Washington, sottolinea: “In un sol colpo, l’acquisizione che
At&t propone eliminerebbe uno dei quattro competitor nazionali e
porrebbe in una posizione marginale un altro concorrente (Sprint),
riportando il mercato delle telecomunicazioni indietro al duopolio
degli Anni ‘80”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

Telecomunicazioni

Articolo 1 di 2