Ngn, gli Olo disconoscono le linee guida

Finisce con una dura nota l’incontro odierno fra le telco e il Comitato presieduto da Vatalaro. “Il documento non ci rappresenta ed è sbilanciato sulle regole e su Telecom Italia”

Pubblicato il 09 Set 2010

Doveva essere un incontro per dare l'ok alle linee guida e
sottoporre il documento al Consiglio dell'Agcom per la
successiva emanazione delle regole. E invece l'odierno meeting
fra telco e Comitato Ngn si è concluso con il
"disconoscimento" delle misure suggerite dal team
presieduto da Francesco Vatalaro. Durissima la nota post-incontro
emessa congiuntamente dagli Aiip, Fastweb, Wind, Vodafone, Teletu,
Tiscali e Welcome Italia, gli operatori che con Telecom Italia
compongono il Comitato Ngn.

"Il documento proposto dal Presidente, nella sua versione
attuale, esula dagli obiettivi, non illustra l'esito dei lavori
finora svolti, e non rappresenta trasparentemente le diverse
posizioni espresse da ciascuno degli operatori – si legge-. Non è
stata altresì fornita evidenza dei criteri che hanno portato
all'adozione delle singole proposte nel caso in cui non vi sia
stato trovato accordo tra gli operatori partecipanti al
comitato".

Non essendo stati raggiunti gli obiettivi preposti il Comitato
"non può fornire supporto alle decisioni che Agcom sarà
chiamata ad assumere sulla definizione dell’assetto regolamentare
delle reti Ngn", si legge. Secondo quanto risulta al Corriere
delle Comunicazioni la prima bozza sottoposta al Consiglio
dell'Authority a fine luglio sarebbe pervenuta sul tavolo degli
operatori solo a fine agosto. Gli Olo avrebbero immediatamente
fatto presente a Vatalaro le incongruenze sulla linea e
l'incontro di oggi non è servito a chiarire e soprattutto a
definire la questione.

Gli Olo lamentano anche il mancato rispetto della finalità del
documento: doveva essere di indirizzo tecnico e invece è virato
sul regolatorio. "Gli operatori disconoscono in particolare
l’approccio proposto da Telecom e, ad oggi, presente anche nelle
conclusioni del Presidente, sulla differenziazione geografica cui
applicare differenti rimedi regolamentari che, paradossalmente,
contrasta con la regolamentazione definita dall’Autorità stessa
ed oggi in vigore. A tale approccio peraltro si è giunti
utilizzando il criterio della profittabilità che confligge con i
principi regolatori europei e nazionali vigenti".

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