Ngn, lo spariglio degli Olo. E Romani dice sì al piano

Vodafone, Wind e Fastweb: “Non ha senso la rete senza Telecom”. Appello al governo e all’Agcom per dare il via a un tavolo comune per la società delle reti. Il vice ministro Romani: “Favorevole all’ipotesi”. Intanto si parte con un pilot a Roma: 7mila abitazioni in ultrabroadband entro luglio

Pubblicato il 07 Mag 2010

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Cablare con una rete ottica in fiber-to-the-home in tecnologia p2p
le principali 15 città italiane in cinque anni con un investimento
di 2,5 miliardi di euro. Per poi valutare l'ipotesi di
estendere il network alle città con oltre 20mila abitanti per
raggiungere con la banda ultralarga il 50% della popolazione a
fronte di un investimento complessivo di 8,5 miliardi di euro.

E' stato fatto oggi a Milano da Vodafone, Fastweb e Wind
l'annuncio ufficiale sul progetto di rete Ngn che come
anticipato nei giorni scorsi dal Corriere delle Comunicazioni
prevede l'avvio del cantiere a partire della Capitale
attraverso un progetto pilota nell'area della collina Fleming
che mira a collegare a banda larghissima 7mila abitazioni già
entro il prossimo luglio (portando i collegamenti in fibra dalla
centrale agli edifici).

I tre operatori chiedono al Governo di avviare il processo per la
creazione di una società della fibra ottica chiamando al tavolo
tutti gli operatori di Tlc. Appello accolto subito positivamente
dal vice ministro Paolo Romani che ha oltre a
dirsi "favorevole all'ipotesi" ha annunciato che
"il Governo risponderà positivamente alla richiesta dei tre
operatori tlc". "Intendiamo approfondire il progetto di
rete in fibra presentato oggi. Un progetto innovativo, coerente ed
in linea con quanto fatto e progettato nel piano nazionale per la
banda larga, ma soprattutto un progetto aperto a tutti: è
fondamentale infatti il coinvolgimento di Telecom Italia".

A dare un giudizio positivo anche Mario Valducci,
presidente della Commissione Trasporti e Tlc della Camera. “Si
tratta di un passo importante per consentire a PA, famiglie e
imprese l'erogazione e l'accesso ai contenuti e ai servizi
digitali della Rete che oggi non può che essere concepita come
servizio universale tecnologicamente neutrale''.

Secondo Valducci l'iniziativa lanciata e il prossimo tavolo di
lavoro con il governo e Agcom ''vanno nella direzione della
razionalizzazione tecnologica e organizzativa nel passaggio dal
rame alla fibra e costituiscono una buona premessa per attrarre gli
investitori”.

Il presidente auspica che ''anche Telecom Italia prenda
parte, insieme agli altri soggetti, al progetto per la creazione
dell'infrastruttura piu' importante per la qualità della
vita e la crescita del benessere degli Italiani''.

E sull'importanza del coinvolgimento di Telecom concordano gli
stessi operatori alternativi: "Non ha senso fare questo
progetto senza Telecom così come non ha senso per Telecom fare un
progetto senza di noi", ha sottolineato il numero uno di Wind
Luigi Gubitosi aggiungendo che "entrare nel
progetto sarebbe un vantaggio anche per Telecom considerato che la
fibra ottica è una questione di politica economica del
Paese".

Gli ha fatto eco Paolo Bertoluzzo, Ad di Vodafone
Italia: "Riconosco il ruolo importantissimo che Telecom deve
avere in questo progetto. L'importante è che questo progetto
non venga dominato da nessuno". Bertoluzzo ha evidenziato i
risparmi derivanti dall'uso della fibra che "ha costi per
linea divisi su dieci anni inferiori a quelli necessari per
mantenere la vecchia rete basata sul doppino di rame".
L'aspetto più importante, ha aggiunto, è che tutti i clienti
migrino sulla nuova rete. In questo modo si hanno costi più bassi,
ricavi prospettici più prevedibili e quindi una infrastruttura
"più facilmente finanziabile".

''L'Italia deve fare la scelta di investire sulla rete
di nuova generazione ora – ha puntualizzato l'Ad ad interim di
Fastweb, Carsten Schloter -. Se si aspetta, sorgerà un problema e
l'Italia sarà irrimediabilmente arretrata rispetto a paesi
come Germania, Francia, Stati Uniti, Scandinavia e Svizzera, dove
esiste già un progetto di rete di nuova generazione e si sta già
investendo''.

Il numero uno di Telecom Italia Franco Bernabè in
un'intervista rilasciata al quotidiano ha dato la piena
disponibilità dell'azienda “a trovare soluzioni comuni,
purché non impediscano la concorrenza”. Telecom Italia è
pronta, in coordinamento con l’Authority, a studiare lo switch
off della rete in rame a Milano in vista dell’Expo 2015.
Cominciamo a eliminare a Milano la vecchia rete in rame
sostituendola con la fibra. Noi siamo disponibili a fare tutto ciò
che è necessario. Serve l’accordo di tutti, costruire il quadro
regolatorio, definire ogni tipologia di infrastruttura, ma se il
progetto funziona potremo ripeterlo altrove".

Il modello proposto dai tre Olo è dunque quello di un
"open" network, un progetto "aperto a tutti i
soggetti pubblici e privati che vogliano farne parte e
l'investimento sarà funzione di tale partecipazione". Le
tre aziende auspicano la discesa in campo della Cassa depositi e
prestiti. "La struttura è strategica", ha detto
Bertoluzzo aggiungendo che "sono invitate a partecipare anche
banche, aziende e istituzioni locali" e puntualizzando che
"nessuno chiede di sussidiare né chiediamo soldi pubblici a
fondo perduto". Una delle ipotesi per finanziare il progetto
da 2,5 miliardi prevede 2/3 di indebitamento finanziario e 1/3 di
equity, circa 800 milioni, ripartiti nella misura di un terzo
ciascuno a carico di Cdp, Telecom e Olo.

Secondo Paolo Gentiloni, rensponsabile
comunicazioni del Partito Democratico considera il progetto
"economicamente sostenibile. Può garantire un ragionevole
ritorno degli investimenti. Anche degli eventuali investimenti
pubblici della Cassa Depositi e prestiti e delle utilities
locali". Ma il futuro del progetto "dipende anche dalla
partecipazione di Telecom Italia. Mi auguro che le disponibilità
dimostrate da Telecom per progetti simili a dimensione locale, e
confermate anche oggi da Franco Bernabè, siano il punto di
partenza per un piano comune su scala nazionale". Il Pd da
parte sua – ha annunciato Gentiloni – proporrà ai gruppi della
maggioranza "un'iniziativa parlamentare che impegni il
Governo a intervenire per rendere possibile questo grande progetto
che è prioritario per l'innovazione del Paese".

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