LA CRISI

Nokia chiude due sedi in Cina

Dismissione degli uffici di Chengdu e Shangai nonostante le garanzie del presidente della regione Asia-Pacifico Olivier Puech che appena un mese fa aveva escluso l’ipotesi. Continua a scendere il marketshare della finlandese nel Paese asiatico

Pubblicato il 13 Lug 2012

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Nokia chiuderà due uffici vendite regionali in Cina nell’ambito del piano di ristrutturazione delle proprie attività nel Paese. 

Il colosso finlandese chiuderà gli uffici di Chengdu e Shanghai a solo un mese da quando il presidente della regione Asia Pacifico Olivier Puech aveva garantito che la multinazionale avrebbe continuato a investire in maniera consistente in Asia, senza modificare i propri impegni in Cina. 

Nel primo trimestre la quota di Nokia del mercato degli smartphone cinese si è attestata all’11% in netto calo rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.

Il titolo del gruppo finlandese veleggia ormai sotto i 2 dollari a Wall Street, valore minimo da 17 anni per il colosso della telefonia che ha visto scendere la capitalizzazione di mercato a circa 6,7 miliardi di dollari. Per gli analisti, non è esclusa l’ipotesi buyout sul gruppo vista la bassa valutazione.

Un altro segnale della forte crisi che sta attraversando l’azienda. Già in giugno la casa finlandese aveva annunciato tagli per 10mila posti di lavoro entro il 2013, nell’ambito del piano di riduzione dei costi. “Questa riduzione – aveva spigetao il ceo Stephen Elop in una nota – sono una conseguenza difficile delle misure che pensiamo di dover prendere per assicurare la competitività a lungo termine di Nokia”. Tra le misure di riduzione sono stati previsti il taglio di alcuni progetti di ricerca e sviluppo, con conseguente chiusura degli impianti di Ulm (Germania), Burnaby (Canada) e dello stabilimento produttivo di Salo (Finlandia) dove proseguiranno gli sforzi nella Ricerca&Sviluppo.

In cantiere anche tagli agli asset no core, tra cui possibili dismissioni. Il gruppo punta con queste misure di ridurre le spese operative non-Ifrs di Devices&Services a un tasso annualizzato di circa 3 miliardi da qui al 2013, rispetto ai 5,35 miliardi del 2010. Per la fine del primo trimestre 2012 quindi il tasso annualizzato di risparmi è di 700 milioni, con il target che per fine 2013 punta a una riduzione di costi addizionali di circa 1,6 miliardi di euro.

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