Nokia-Siemens, nessuna vendita di quote

Fallisce il piano per l’ingresso di fondi di private equity nella joint venture Nsn. Atteso per la fine dell’estate l’annuncio di un piano di ristrutturazione

Pubblicato il 14 Lug 2011

Il private equity esce di scena, Nokia e Siemens rinnovano
l’impegno nella joint venture Nsn. Come noto, negli scorsi mesi
alcune società di investimenti privati hanno avvicinato il vendor
di attrezzature di telecomunicazioni per rilevarne la quota di
controllo e rilanciarne il business. Ma Nsn non è riuscita a
raggiungere un accordo con alcuna società del private equity e
oggi il presidente della jv Olli-Pekka Kallasvuo ribadisce che
l’attuale proprietà, divisa tra Nokia e Siemens, sarà in grado
di assicurare al meglio il futuro della compagnia. Stando al
Financial Times la joint venture dovrebbe annunciare un piano di
ristrutturazione per fine agosto-primi di settembre.

“Riteniamo che gli attuali shareholder siano nella posizione
migliore per trarre il massimo valore dalla compagnia”, ha
dichiarato Kallasvuo.

"Abbiamo incontrato le società del private equity interessate
e valutato le loro proposte e questa settimana Nokia e Siemens
hanno deciso che, in base a quanto emerso, mantenere l’attuale
proprietà è la scelta migliore per dare più valore alla
jv", ha aggiunto il portavoce di Nokia James Etheridge, come
riporta il Dow Jones Newswires.

"Siamo dell’opinione che ogni nuova proprietà debba
apportare un beneficio a lungo termine per Nsn e tutti i suoi
clienti”, ha commentato Siemens, ribadendo tuttavia che nella sua
strategia a lungo termine l’azienda tedesca non vede Nsn come
core business.

Nsn ora ha fatto sapere che continuerà ad adottare misure per
aumentare la sua competitività e ridurre i costi. La jv
rappresenta la seconda maggior divisione di Nokia per revenue e la
sua perdita operativa di 686 milioni di euro ha intaccato in modo
significativo gli utili di gruppo (1,85 miliardi) lo scorso
anno.

L’analista Per Lindberg di Abg Sundal Collier concorda con la
scelta di Nokia e Siemens di gestire in prima persona Nsn, anziché
cederla al private equity. "Nsn ha bisogno di un proprietario
industriale che sappia e voglia finanziare la società, piuttosto
che di proprietari del private equity con visioni di breve termine
che taglierebbero sulla ricerca e sviluppo”, afferma
Lindberg.

"Ora la domanda è chi prenderà il pieno controllo di Nsn tra
due anni, perché nel 2013 l’accordo tra Nokia e Siemens
finisce”, aggiunge l'analista. Allora una delle due aziende
comprerà la quota della partner.

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