ORGANO DI VIGILANZA

Open Access, Bernabè: “Modello valido per transizione a Ngn”

Il presidente esecutivo di Telecom Italia: “Gli indicatori mostrano che la parità di accesso alla rete funziona bene per gli Olo. Funzionerà anche per la migrazione ai servizi di nuova generazione”

Pubblicato il 13 Mar 2013

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Il modello di parità di accesso alla rete di Telecom Italia declinato nei tre aspetti, impegni presi dall’azienda con l’Agcom, Open access e Organo di vigilanza, sta funzionando bene. Lo ha detto oggi il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè, alla relazione annuale dell’Organo di vigilanza sulla partità di accesso alla rete, aggiungendo che Telecom Italia, nei prossimi anni, si prepara a “traghettare Open Acces e l’intero settore nell’era dei servizi di nuova generazione”.

Gli indicatori, ha detto Bernabè, “dimostrano che su tutti e tre gli aspetti di qualità del servizio (tempi di consegna, tempi di ripristino guasti, garanzie di disponibilità effettiva del servizio) gli operatori alternativi hanno potuto beneficiare di prestazioni in linea, se non addirittura migliori, di quelle offerte alle divisioni retail di Telecom Italia”. In particolare, c’è un “miglioramento complessivo della performance di rete, in modo uniforme sui servizi commerciali Telecom Italia rispetto a quelli degli Olo – dice Bernabè – con una riduzione nel 2012 dei guasti del 2,4% a fronte di tassi di guasto per eti Adsl ridotti allo 0,2%. Parità di trattamento e tempi di attivazione e riparazione sono gli stessi per Telecom Italia e Olo, pari a sei giorni”.

“I dati illustrati – ha aggiunto Bernabè – evidenziano quindi che il modello funziona e funziona bene. Come ho già avuto modo di sottolineare, le nuove sfide che si troveranno ad affrontare Open access e l’Organo di vigilanza riguarderanno, principalmente, lo sviluppo dei servizi di nuova generazione, oltre che il mantenimento degli elevati standard qualitativi ottenuti sui servizi tradizionali. L’obiettivo principale dei prossimi anni sarà appunto quello di “traghettare Open access e l’intero settore nell’era dei servizi di nuova generazione”. “Ci sono dei problemi – ha ammesso Bernabè, delle cose che possono essere migliorate, ma tutto questo lo abbiamo fatto in buona fede, perché crediamo effettivamente nella parità di accesso. Quello che conta à lo spirito con il quale lo stiamo facendo ed è uno spirito di grande buona fede”.

Per quanto riguarda il modello di Equivalence of output, “La Commissione Europea considera l’Equivalence fondamentale per garantire al concorrenza – ha detto bernabè – appare non giustificato subordinare i modelli di accesso alla rete della Commissione Europea all’Equivalence of input, tanto più che anche il Berec si espriem in questo senso”. Bernabè prende ad esempio il modello di Open Reach nel Regno Unito, basato sulll’Equivalence of Input, “che dopo 8 anni non ha ancora completato il processo”.

Parlando in generale delle prospettive del settore, il presidente esecutivo di Telecom Italia ha detto che “Serve oggi una riflessione importante su quale deve essere il futuro del settore delle tlc – ha detto – Nessuno di noi rimpiange il monopolio”, anzi “tutti dobbiamo contribuire ancora di più ad una maggior concorrenza”, anche se stiamo assistendo “ad un costante impoverimento del settore”. “Abbiamo soggetti che non sono più i soggetti forti di una volta – sottolinea Bernabè – non ci sono i soggetti su cui si possa basare la politica industriale di cui il Paese ha bisogno”. Mentre “il Paese ha urgenze da affrontare con drammatica rapidita”.

“Senza riunciare ai vantaggi della liberalizzazione – ha aggiunto Bernabè -, auspico che il prossimo Governo possa insediarsi con una visione proiettata al futuro, per il rafforzamento dell’industria italiana. Credo dovrà avere una grandissima attenzione agli interessi nazionali”. “Oltre a tante visioni di prospettiva – ha chiuso Bernabè – occorre avere una grande attenzione a problemi drammatici che vanno affrontati”.

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