Pin per cambio gestore fisso. Stop dal Tar del Lazio

Su ricorso di Vodafone il tribunale amministrativo ha respinto la delibera Agcom nella parte in cui anticipa al 1° febbraio l’adeguamento alla normativa sul codice segreto

Pubblicato il 15 Gen 2010

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Più tempo agli operatori fissi per adeguarsi alla nuova normativa
sul cambio di gestore da parte del cliente. Su richiesta di
Vodafone, appoggiata da BT Italia, il Tar del Lazio ha sospeso
l'entrata in vigore della delibera dell'Agcom contenente le
nuove regole nella parte in cui stabiliva che gli operatori di
telefonia fissa avrebbero dovuto adeguarsi entro fine di gennaio al
sistema che prevede l'assegnazione al cliente di un codice pin
personale per la richiesta “in sicurezza” del cambio gestore 
Secondo i giudici, l'Autorità ha anticipato in maniera
immotivata al primo febbraio il termine in questione, inizialmente
fissato al primo marzo, “procurando un danno alla ricorrente
(ovvero a Vodafone ndr) alla quale residua un termine di gran lunga
ridotto per adeguarsi alla nuova disciplina".

Il provvedimento dell'Autorità per le Garanzie nelle
comunicazioni è stato approvato il 6 ottobre 2009 in attuazione di
una precedente delibera del 4 agosto per contrastare il fenomeno
dei servizi non richiesti dal cliente, tra cui, appunto, le
richieste di passaggio ad altro gestore avanzate dagli operatori
senza l'effettiva richiesta dell'utente finale.

Con la nuova normativa i clienti dovranno comunicare il codice
segreto al nuovo operatore che a sua volta lo trasmetterà alla
vecchia società telefonica come prova dell'effettiva presenza
di una richiesta di passaggio a nuovo gestore.
Vodafone, sostenuta anche da BT Italia, ritiene che tale procedura
falserebbe la concorrenza, in quanto il pin renderebbe ancora
piu' complesso l'iter per cambiare operatore favorendo
così il trattamento del cliente da parte del vecchio gestore a
danno del nuovo.
La società lamentava inoltre difetti procedurali nell'adozione
della delibera impugnata in quanto gli operatori di telefonia
interessati non sarebbero stati consultati in modo adeguato. Da qui
la richiesta di sospensione del provvedimento.

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