Poste Italiane non intende superare la soglia opa in Tim e “per il momento” non chiederà una integrazione al consiglio di amministrazione per inserire propri rappresentanti: per il gruppo, si legge nella dichiarazione delle intenzioni alla Consob che accompagna il superamento del 10% nel capitale di Tim, l’investimento nella società di telecomunicazioni guidata da Pietro Labriola è “di natura strategica, realizzato con l’obiettivo di svolgere il ruolo di azionista industriale di lungo periodo, che possa favorire la creazione di sinergie tra il dichiarante e l’emittente, nonché apportare valore aggiunto per tutti gli stakeholder, oltreché promuovere il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia”.
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No a una partecipazione superiore al 25%
Poste, che ha ufficializzato il raggiungimento del 24,810% dal 9,81% precedente dopo l’acquisto del pacchetto detenuto da Vivendi (che ora è scesa al 2,5%), dunque “non intende acquisire una partecipazione superiore alla soglia rilevante ai fini della disciplina sulle offerte pubbliche di acquisto”. Soglia che, per il gruppo telefonico, al pari delle altre società a grande capitalizzazione, è fissata al 25%.
“Si ritiene che, nelle attuali circostanze, la partecipazione acquisita sia classificabile di collegamento ai fini del bilancio del dichiarante, corrispondente, quindi, all’esercizio di un’influenza notevole”. Al momento, come già accennato, il gruppo “non intende proporre l’integrazione o la revoca degli organi amministrativi e di controllo dell’emittente, fermo restando che il dichiarante si riserva di effettuare future valutazioni al riguardo“.
L’investimento in Tim, se approvato dall’Antitrust, permetterà a Poste di sviluppare contratti di fornitura congiunti, nuovi servizi destinati soprattutto alle piccole e medie imprese attraverso la controllata Poste Enterprise, e sinergie in ambiti strategici. Un piano che potrà essere realizzato anche grazie alla sponda su Amazon, con cui il numero uno di Poste intende rafforzare la partnership già in essere.
Il commento di Intermonte
Secondo gli analisti di Intermonte, con il venir meno della minoranza di blocco esercitata da Vivendi in assemblea e l’ingresso di un nuovo azionista industriale di lungo termine “Tim dovrebbe continuare a beneficiare di una riduzione dello sconto legato al rischio di governance, che ha storicamente pesato sulla valorizzazione del titolo”.
“Tra le due classi di azioni, riteniamo che le azioni di risparmio (su cui manteniamo una chiara preferenza, con raccomandazione BUY e TP di Eu0.53 vs TP ord di Eu0.45) siano le principali beneficiarie del nuovo corso, considerando la maggiore probabilità di raggiungere un accordo futuro sulla conversione in titoli ordinari (operazione
bloccata 10 anni fa per l’astensione di Vivendi) che porterebbe ad una semplificazione e ottimizzazione della struttura del capitale”.
“Dal canto suo l’entrata di Poste nel capitale dovrebbe favorire una più veloce estrazione di sinergie, grazie anche alla modifica dell’oggetto sociale di
Tim proposta all’Agm”.
Il prossimo cda di Tim
La prima conseguenza della crescita di Poste in Tim è stata il rinvio dell’assemblea degli azionisti dal 10 aprile al 24 giugno 2025, sia in sede ordinaria sia straordinaria. Il cda di Tim ha ufficializzato la convocazione proprio qualche giorno fa. Il rinvio, rispetto alla scadenza originaria, è stato per l’appunto necessario per consentire il cambio della guardia tra Vivendi e Poste Italiane alla guida del gruppo.
Per ora, non figura all’ordine del giorno la proposta di abbattimento del capitale sociale per ricostituire le riserve e sbloccare la distribuzione dei dividendi.
Tra i temi centrali dell’assemblea ordinaria, gli azionisti saranno chiamati ad approvare il bilancio al 31 dicembre 2024. In particolare, è prevista la copertura della perdita d’esercizio tramite utilizzo della riserva legale, come previsto dalle disposizioni statutarie.
Sarà inoltre sottoposta all’assemblea la relazione sulla politica di remunerazione e sui compensi corrisposti, già respinta nelle precedenti assemblee anche a causa dell’opposizione di Vivendi. La relazione include due sezioni: una relativa alla politica retributiva per il 2025 (voto vincolante) e una seconda sui compensi 2024 (voto consultivo).
Il punto a Telco per l’Italia l’11 giugno
L’Ad di Tim, Pietro Labriola, sarà ospite al prossimo Telco per l’Italia – “Oltre le reti: da TelCo a TechCo per costruire il futuro dell’Italia” – l’evento CorCom-Nextwork360 in programma a Roma il prossimo 11 giugno.
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