Pressing delle aziende aquilane su Scajola “Si impegni a sbloccare i fondi per il broadband”

In una letterea indirizzata al titolare dello Sviluppo economico la Cgil e Cisl chiedono lo sblocco degli 800 mln che “potrebbero avere ricadute positive sulle azienede locali”

Pubblicato il 13 Nov 2009

L'inserimento delle aziende dell'ex polo elettronico
dell'Aquila nel piano per il riavvio di alcuni bacini
industriali in crisi nel nostro Paese e lo sblocco dei
finanziamenti destinati al progetto della banda larga che, in
parte, potrebbero ricadere sulle imprese locali. È quanto chiedono
la Fim-Cisl e la Ust-Cisl dell'Aquila in una lettera
indirizzata al ministro dello Sviluppo economico, Claudio
Scajola.
“Le aziende dell'ex polo elettronico chiedono di poter
entrare a pieno titolo nella partita della banda larga –  si legge
nella lettera -. Come Lei è bene a conoscenza, la
deindustrializzazione nel nostro territorio è iniziata nel 2000
con il disimpegno di Siemens, che al tempo occupava 3mila
dipendenti. Ad oggi ancora paghiamo, con cassa integrazione e
mobilità, lo scotto della cancellazione dell'elettronica dal
bacino industriale aquilano”.
La Fim-Cisl e la Ust-Cisl ricordano come “gli accordi
sottoscritti nel marzo 2003 presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, alla presenza del sottosegretario Gianni Letta e il
successivo intervento di Sviluppo Italia, siano risultati
provvedimenti nulli a bloccare l'emorragia occupazionale.
Attualmente circa 1800 lavoratori del polo elettronico sono in
mobilità o cassa integrazione”.

Una situazione proseguono i sindacati “aggravata dal sisma del 6
aprile scorso, che ha provocato la chiusura di circa 8mila
attività commerciali e artigianali e l'avvio della cassa
integrazione per 16mila lavoratori”. Uno scenario che la Cisl
definisce gravissimo. “È  indispensabile l'inserimento del
comprensorio aquilano nei bacini in crisi. Il Governo e'
chiamato a focalizzare sull'Aquila l'attenzione e gli
investimenti previsti nel progetto della banda larga – rimarcano
i sindacati -. Il Capoluogo abruzzese era già coinvolto in un
processo di deindustrializzazione, che il sisma ha indubbiamente
accelerato”. Infine si chiede al ministro un impegno personale
“unitamente a quello dell'intero Governo, che il territorio
attende da tempo e che oggi ha l'occasione per
concretizzarsi”.

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