Privacy a rischio su smartphone e tablet

Nella relazione annuale il Garante Pizzetti mette in guardia sulla tracciablità dei dati personali attraverso i device mobili ed esorta gli operatori a fornire agli utenti informazioni più chiare e dettagliate. Il presidente della Camera Fini: “Il vecchio concetto di riservatezza dei dati non esiste più”

Pubblicato il 23 Giu 2011

I rischi connessi agli smartphone e alle loro applicazioni derivano
essenzialmente dal fatto che i nostri telefonini, ma anche i
tablet, sono costantemente localizzati, e che il gran numero di
dati e informazioni in essi contenuti, dalle rubriche telefoniche
all’agenda, dalle foto alle annotazioni, possono essere
conosciuti, trattati, conservati, utilizzati da soggetti terzi dei
quali non abbiamo consapevolezza né controllo. Così Francesco
Pizzetti, Garante per la protezione dei dati personali, nella
relazione annuale al Parlamento, dove il Garante ha messo in
guardia istituzioni e imprese sui rischi connessi a smartphone
e tablet
.

“Con gli smartphone ognuno di noi è, quasi sempre
inconsapevolmente, un Pollicino che ha in tasca il suo sacchetto di
sassolini (i dati personali ndr) che escono ad uno ad uno per
segnare gli spostamenti”. Ma il problema non riguarda soltanto la
geolocalizzazione, che è soltanto un effetto, una faccia di un
“sistema di interconnessioni che può essere utilizzato con
modalità e conseguenze diversissime, in una galassia di
applicazioni che si moltiplica ogni giorno e delle quali spesso non
si conoscono le implicazioni”.

Secondo il Garante, che esorta aziende, Governo e Agcom ad
aumentare con informative dettagliate gli utenti sui rischi
dell’utilizzo di smartphone e tablet. In questo ambito è
necessaria, chiude Pizzetti, una “informativa di rischio”
analoga, per esempio, a quelle sull’uso dei farmaci o sui
pericoli dell’eccessiva velocità.

Fini, il vecchio concetto di privacy è
superato

"E' necessario prendere atto che il concetto di privacy
così come è stato concepito in passato non esiste piu". Lo
ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini alla
presentazione, nella sala della Lupa di Montecitorio, della
Relazione del Garante per la protezione dei dati personali.

Secondo il presidente della Camera, "si è passati da
un'esperienza giuridica in cui il diritto alla riservatezza era
considerato fondamentale ad una fase storica in cui la tecnologia
si va imponendo come forza ecumenica del villaggio
globale".

E il passaggio delle informazioni dal mondo della carta a quello
del web, "costringe ad interrogarci su quali debbano essere i
limiti alla libertà di immettere nel circuito globalizzato di
Internet dati sensibili che non rivestono carattere di urgenza e
indifferibilita''.
Perché, a parere di Fini, siamo davanti "ad un completo
rovesciamento di prospettiva: il concetto di trasparenza si sta
trasformando in un vero e proprio valore dominante e lo stesso
diritto a conoscere sta sconfinando nel diritto al controllo di
tutti su tutti".

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