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RaiWay, Giacomelli: “Basta immobilismo, giusto quotarne una parte”

Il sottosegretario allo Sviluppo economico: “Imperativo valorizzare le infrastrutture cambiando rotta a una modalità che finora ha lasciato campo libero alla concorrenza”. Sulla procedura d’infrazione Ue per il passaggio al digitale: “Parleremo con il commissario Almunia”. E annuncia il nuovo canone Rai dal 2015, “equo e senza evasione”

Pubblicato il 28 Mag 2014

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Stop all’immobilismo, e parere favorevole a una privatizzazione parziale di RaiWay, la società della Tv di Stato che gestisce gli impianti di trasmissione. Ad annunciarlo in un’intervista all’AdnKronos è Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni. “L’idea che una parte minoritaria di RaiWay vada sul mercato – afferma – è semplicemente la prima tappa di un percorso che riguarda le infrastrutture della comunicazione e che è più complesso, quindi lo vediamo con favore”.

“Soprattutto – continua – consideriamo quanto è costato l’immobilismo sulla valorizzazione di queste infrastrutture e quanto campo libero ha lasciato ai concorrenti: questo vogliamo dirlo a tutti quelli che continuano a invocare l’immobilismo”. “Le infrastrutture vanno valorizzate – sottolinea il sottosegretario – devono diventare un asset importante per la Rai e per il pubblico. Il percorso iniziato non solo non farà smarrire il controllo pubblico della società, ma anzi ne rafforzerà il controllo strategico e la metterà a reddito”.

“Questo Governo ha ribadito la centralità della Rai – spiega Giacomelli – ma ha posto un’esigenza, quella di scuotersi da un immobilismo che per troppo tempo ha legato le mani a Rai impedendo un cambiamento che punti sulla propria capacità di trasformazione, sul proprio dinamismo e sulle professionalità che ha per recuperare una centralità perduta”.

Quanto alla chiusura della procedura d’infrazione aperta dall’Europa con il passaggio al digitale terrestre, Giacomelli afferma l’intenzione del Governo di “Parlare con il commissario Joaquin Almunia”. “Noi ci auguriamo che l’iniziativa della gara per le frequenze tv e la partecipazione di un soggetto rappresentino di per sé il presupposto per la chiusura della procedura di infrazione aperta dall’Unione europea contro l’Italia – ha precisato – contestando al nostro paese di aver perpetuato nella tv digitale la stessa situazione di monopolio della tv analogica. Parleremo con il commissario alla Concorrenza, Almunia, anche per rappresentare bene il desiderio del Governo di fare dell’Italia una realtà segnata da apertura e competizione, nonché per esaminare meglio un contesto generale che è totalmente cambiato”. “Il problema – sottolinea – non è solo chiudere la procedura di infrazione ma anche invitare l’Europa a prendere atto di un mondo della comunicazione dove le condizioni sono in poco tempo cambiate, e rispetto alle quali è necessaria una iniziativa politica di segno europeo e non nazionale”.

Ma il sottosegretario allo Sviluppo economico annuncia anche una riforma radicale del canone della Tv di Stato, prevista per il 2015: “Abbiamo ereditato una situazione imbarazzante di evasione del canone. Non vogliamo trasmetterla a chi verrà dopo – ha detto a margine di una conferenza stampa – Dal prossimo anno ci sarà una riforma radicale del canone che sarà ispirata a due criteri: portare equità nella contribuzione che oggi è invece uguale per tutti, e così è ingiusto. E in secondo luogo vogliamo eliminare in radice l’evasione per togliere la possibilità di evadere”.

Ma il sottosegretario non entra nel merito, e non si espone sull’eventualità, circolata negli ultimi mesi, di legare il canone ad una bolletta, ad esempio quella della luce: “Stiamo lavorando – afferma – La riforma sarà in atto per il prossimo anno”, con l’obiettivo tra l’altro di “togliere a questa tassa l’odiosità con cui viene percepita”.

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