Riforma Pa, Tagliaferri: “Ora pensiamo europeo”

La riforma della PA annunciata dal premier punta ad attaccare le inefficienze della burocrazia giocando sull’innovazione tecnologica. In parallelo alla consultazione pubblica il Corriere delle Comunicazioni ha dato voce ai manager delle aziende e ai protagonisti dell’Ict per raccogliere considerazioni, pareri, suggerimenti. Ecco la ricetta del
presidente di Selta

Pubblicato il 06 Giu 2014

carlo-tagliaferri-selta-130122170111

Nelle economie moderne non è facile distinguere tra il “settore pubblico” e la macchina della “pubblica amministrazione”, ma nel paese delle oltre 100mila leggi e regolamenti statali e regionali, l’obiettivo dovrebbe essere facilitare la vita a cittadini e imprese con una semplificazione nelle attività quotidiane. Purtroppo, le cronache dicono che anche nell’ultimo anno il “bosco” legislativo si è infittito e l’iper-regolamentazione porta anche rischi di errori e sanzioni. La riforma voluta dal governo dovrebbe incentivare i comportamenti virtuosi: della PA e degli amministrati. Siamo l’unico paese che ha la Pec, ma anche quello che ha una delle più basse consuetudini con l’online. Saremo il primo con la fattura digitale obbligatoria, ma anche quello con i pagamenti più lenti. Occorre “pensare europeo” e diffondere buone pratiche: uniamo bastone e carota: in banca, un bonifico online costa meno di uno cartaceo, perché richiede meno lavoro. Sarebbe bene un piccolo incoraggiamento a chi dopo essersi dotati di Pin, Pec, codici digitali vari, venisse anche “premiato” per il loro uso, riducendo la moltiplicazione delle comunicazioni, istituendo corsie preferenziali per le pratiche online.

Dalla PA ci attendiamo un atteggiamento che concorra a facilitare l’investimento delle aziende, attraverso semplificazione dei permessi, tempi più rapidi e certi nella definizione di contenziosi, attribuzione delle commesse e assicurazione in materia di ricorsi, mentre vi dovrebbero essere criteri quantomeno “europei” in materia di prezzi e tariffe, poiché un conto è il controllo della spesa, un conto è scaricarlo solo sui fornitori esterni. La PA è un grande centro di spesa: per questo può avere un impatto notevole nel sostegno dell’economia. Anche perché l’eccessivo ricorso alle politiche del minor prezzo, che pongono in subordine qualità e supporto, finiscono in genere con il premiare fornitori extra-Ue.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati