Roberto Viola: “Nazionalismi fuori tempo massimo”

Il vicedirettore generale della Dg Connect della Commissione Ue: “Gli scenari competitivi dei Paesi sono sempre più simili. Serve che le authority nazionali cessino di battersi per tentare di mantenere più discrezione possibile”

Pubblicato il 23 Giu 2014

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Il pacchetto «Connected Continent» sul mercato unico delle tlc “rafforzerà l’indipendenza e le competenze del Berec, conferendogli compiti e responsabilità supplementari”. A fronte di ciò le Authority non possono però continuare a sbandierare la specificità delle circostanze nazionali per giustificare “approcci diversi su problemi essenzialmente analoghi”, specialmente laddove “gli scenari competitivi nei singoli stati membri sono ormai simili”. È l’opinione di Roberto Viola, vice-direttore generale della Dg Connect (Communications networks, content and Technology) della Commissione Ue.

Pacchetto “Connected Continent”. Quali sono le tempistiche di approvazione?

I leader europei a marzo 2013 ci hanno chiesto di proporre misure concrete per il raggiungimento di un mercato unico delle Tlc. E abbiamo mantenuto l’impegno. La Commissione si ritiene soddisfatta dell’esito del voto in prima lettura del Parlamento europeo, tenuto conto che una maggioranza schiacciante di oltre 600 deputati ha dato via libera alla nostra proposta. In Consiglio la presidenza di turno greca dell’Ue ha lavorato alacremente per concludere la disamina del pacchetto e siamo felici che l’Italia, che le succederà dal 1 di luglio, abbia indicato l’approvazione del regolamento “Connected Continent” come una delle principali priorità del proprio semestre. Alla luce di ciò, siamo persuasi che un accordo tra Parlamento e Consiglio Ue sulla proposta possa essere concluso proprio durante la presidenza italiana, quindi entro la fine del 2014.

Inizialmente la proposta era stata criticata dal Berec. I media parlavano di “lotta di potere”. Qual è la sua opinione?

Non si può parlare di una lotta di potere, dal momento che i ruoli e le responsabilità delle due istituzioni sono diversi. L’architettura decisionale Ue è del resto chiara: la Commissione detiene il potere d’iniziativa, il Parlamento e il Consiglio negoziano e adottano le leggi. Il Berec non ha alcun ruolo formale in questo processo ma può fornire la propria opinione su nostra richiesta o dietro propria iniziativa secondo quanto prevede il suo regolamento istitutivo.

Il Berec aveva ventilato il timore che il pacchetto “Connected Continent” concentrasse più poteri regolamentari nelle mani di Bruxelles sottraendoli agli stessi regolatori.

La proposta, piuttosto, conferisce responsabilità e compiti supplementari al Berec, ad esempio in materia di net neutrality o roaming. Quale che sia la versione finale del testo adottato, il Berec avrà un importante ruolo da assolvere nell’assicurarne un’applicazione efficace.

Negli ultimi due anni le Authority nazionali hanno agitato la specificità delle “circostanze nazionali” per esprimere dubbi su proposte della Commissione che promuovono maggiore integrazione regolamentare a livello europeo. Secondo lei è un argomento un po’ abusato?

Non mi spingerei sino a dire che i regolatori nazionali abbiano “abusato” dell’argomento delle circostanze nazionali. Il quadro regolamentare è strutturato in modo da consentirci di adattarci in maniera appropriata a condizioni e scenari differenti. Tuttavia, negli ultimi anni è emerso con chiarezza che approcci diversi applicati a problemi essenzialmente analoghi non possono essere giustificati interamente con le circostanze nazionali. In questo senso, le Authority nazionali e lo stesso Berec devono attentamente considerare l’attività svolta sin qui in relazione al compito di “contribuire allo sviluppo e al buon funzionamento del mercato unico”. Un recente studio realizzato dalla società di consulenza Wik per il Parlamento Ue lo ha del resto spiegato con franchezza: “il Berec dà priorità alla flessibilità rispetto alla coerenza regolamentare nel mercato unico”. Occorre che le Authority nazionali rafforzino il proprio contributo al mercato unico e cessino di battersi per mantenere più discrezione possibile, nascondendosi dietro le circostanze nazionali, proprio nel momento in cui gli scenari competitivi nei singoli paesi membri appaiono sempre più simili.

Come vede il ruolo del Berec nel futuro? Un mercato unico delle Tlc e 28 Authority possono coesistere?

Nel pacchetto “Connected Continent” la Commissione propone di emendare il regolamento istitutivo del Berec rafforzandone l’indipendenza e le competenze. E per altro abbiamo fatto presente che per il futuro tutte le opzioni restano aperte. In altre parole, dobbiamo considerare se i meccanismi oggi a regime per assicurare un livello soddisfacente di coerenza regolamentare possano essere rafforzati per completare il mercato unico delle telecomunicazioni. Quando saremo vicini a questo traguardo, occorrerà verificare se la struttura del Berec non debba essere consolidata. Il che non significa per forza di cose accentrare i poteri delle Authority nazionali in un regolatore paneuropeo, ma certamente occorrerà prendere in considerazione differenti scenari di integrazione rafforzata.

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