Romani accelera sull’asta frequenze: “Tempi rapidi”

Il viceministro alle Comunicazioni: una parte dei proventi alla banda larga, una parte alle emittenti tv come buonuscita

Pubblicato il 13 Lug 2010

Sì all'ipotesi di un'asta "che sia il più
vantaggiosa possibile per lo Stato" per le frequenze digitali
da mettere a disposizione dei gestori della telefonia mobile. A
margine di un convegno sulla "Svolta digitale" nella sede
della Fnsi, Paolo Romani, vice ministro allo Sviluppo Economico, ha
spiegato che l'ipotesi di un dividendo di frequenze da mettere
a gara per la telefonia mobile va realizzata rapidamente. Con un
percorso che vada di pari passo con la semplificazione necessaria
con l'avvento della tv digitale.

"E' stato avviato un confronto con varie istituzioni, tra
cui il ministero del Tesoro, sull'ipotesi di destinare una
parte delle risorse che lo Stato incasserebbe dall'asta di
queste frequenze per rimborsare gli imprenditori televisivi che le
potrebbero liberare, anche consorziandosi e rinunciando a frequenze
che a quel punto sarebbero superflue. Un'altra parte di queste
risorse potrebbe invece essere destinata a incentivare la
diffusione della banda larga".

Per Romani, si tratta di un processo da fare "rispettando la
storia di questo Paese e gli imprenditori che, anche a livello
locale, si sono impegnati in questo settore".

Novità anche per il canone Rai: Romani ha annunciato che il
governo sta studiando una norma anti-evasione basata sul possesso
di un'utenza elettrica, che potrebbe essere approvata già
"entro l'anno".

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