La crescente sinergia tra satelliti e reti mobili sta delineando una nuova generazione di infrastrutture ibride: le Reti non terrestri (Non-Terrestrial Networks, NTN). Questa convergenza promette una connettività globale senza soluzione di continuità, utile per colmare il digital divide, gestire le comunicazioni di emergenza e abilitare nuovi casi d’uso industriali. Secondo il report “Software-Defined NTN: Architecting the Space Backbone of Unified Networks” di ABI Research, a guidare questa trasformazione sono due tecnologie strategiche: il cloud computing e i satelliti software-defined (Sds), che consentono di virtualizzare l’infrastruttura e adattare rapidamente le reti alle nuove esigenze.

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Cosa sono i satelliti software-defined
Un satellite software-defined (Sds) è una piattaforma orbitale in grado di essere riprogrammata da remoto, anche dopo il lancio, per eseguire compiti differenti rispetto a quelli per cui è stato inizialmente progettato. L’analogia con lo smartphone è utile: come le app possono essere aggiornate senza cambiare dispositivo, così i satelliti Sds possono cambiare funzione via software, senza necessità di nuovi lanci. Questa flessibilità li rende ideali per applicazioni come la connettività in volo o su veicoli, il monitoraggio di asset, la mobilità terrestre e molto altro.
Il ruolo del cloud nella nuova era delle telecomunicazioni spaziali
La cloudification consente agli operatori satellitari e di rete mobile di gestire costellazioni e stazioni di terra in modalità software-defined, portando intelligenza e flessibilità nell’intero ecosistema. Al livello spaziale, i Sds integrano componenti avanzati come radio software-defined, Gpu e Fpga per elaborare i dati direttamente a bordo, riducendo la dipendenza da infrastrutture a terra e migliorando la velocità di riconfigurazione delle missioni.
Lo standard 3GPP svolge un ruolo fondamentale: con il Release 17 è stata introdotta l’integrazione tra reti satellitari e cellulari, mentre il Release 19 punta a estendere queste capacità con payload rigenerativi. Anche lo sviluppo del 6G contribuirà a questa evoluzione, grazie al network slicing end-to-end e all’architettura unificata delle reti.
Previsioni di crescita: verso 11.000 satelliti software-defined
Attualmente, solo il 3% dei satelliti attivi in orbita è software-defined. Tuttavia, secondo ABI Research, entro il 2031 questa percentuale salirà al 26%, pari a quasi 11.000 satelliti. Oggi dominano operatori come Spire Global, Iridium e Iceye, ma si prevede che aziende come Amazon Kuiper e SpaceX acquisiranno la leadership, grazie al controllo verticale sulle loro supply chain. Anche i player cinesi con megacostellazioni saranno protagonisti di questa accelerazione, soprattutto per applicazioni di osservazione remota in orbita bassa (Leo).
SDS e gateway virtualizzati: una nuova architettura per il futuro
I Cloud-Native Network Functions (CNF) nei gateway satellitari permettono la separazione dei piani di controllo e dati, centralizzando l’intelligenza di rete e ottimizzando l’allocazione delle risorse. Questo trasforma i satelliti da semplici piattaforme statiche a nodi dinamici, pronti ad abilitare nuovi servizi in tempi rapidissimi. Un upgrade software può abilitare una nuova funzionalità in pochi minuti, rispetto agli anni richiesti per un nuovo lancio.
Opportunità di mercato e strategie per gli operatori
Secondo ABI Research, il mercato dei SDS e delle reti cloud-based ha un potenziale di 22 miliardi di dollari entro il 2032, alimentato da applicazioni come connected car, IoT e Direct-to-Cellular (D2C). Per cogliere queste opportunità, gli operatori devono:
- Implementare architetture cloud-native per satelliti e ground segment, eliminando i silos tra ecosistemi spaziali e telecom.
- Adeguare core network e infrastrutture Ran per integrare servizi NTN.
- Partecipare ai progetti di standardizzazione del 3GPP e dell’Esa.
- Collaborare con hyperscaler come Aws per gestire Api NTN-compliant.
- Concentrarsi su use case ad alto valore come mobilità connessa, droni e gestione flotte.
Sds e connettività globale: verso un’era di servizi su richiesta
L’integrazione tra tecnologie satellitari e telecomunicazioni attraverso architetture software-defined apre una nuova era di servizi “on demand” dallo spazio. Grazie al cloud e alla virtualizzazione, gli operatori possono introdurre nuovi servizi, applicazioni e mercati semplicemente aggiornando il software, senza costose operazioni hardware. Questo approccio dinamico non solo riduce i costi, ma accelera anche la time-to-market.
Nonostante alcune incertezze legate all’aggiornamento delle infrastrutture e agli standard futuri, la traiettoria è chiara: la trasformazione digitale spaziale sarà alimentata da SDS e cloud. Le nuove reti NTN abiliteranno applicazioni decisive per numerosi settori – dalla gestione autonoma dei trasporti alle operazioni offshore – migliorando la qualità della vita e contribuendo a salvare vite in situazioni d’emergenza.