VERSO LO SPIN OFF

Scorporo rete, il Senato dà l’ok all’indagine conoscitiva

La commissione Lavori Pubblici delibera il procedimento che riguarda lo spin off dell’infrastruttura di Telecom Italia. Ma serve l’ok del presidente Pietro Grasso

Pubblicato il 25 Giu 2013

F.Me.

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La commissione Lavori Pubblici del Senato ha approvato una proposta di indagine conoscitiva sullo scorporo della rete di accesso Telecom Italia. Prima di essere avviata, l’indagine dovrà, come da regolamento, avere l’assenso del presidente del Senato. L’ok all’indagine arriva una settimana dopo l’audizione del presidente esecutivo di Telecom, Franco Bernabè, davanti la commissione,

“Il nostro auspicio è che l’iter regolamentare possa concludersi entro fine 2013-inizio 2014, in modo da poter poi avviare tempestivamente l’operatività della nuova società”, aveva detto Bernabè in quell’occasione. (QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE)

Bernabè ha spiegato ai senatori che la separazione del network sortirà la creazione di due società separate, ossia la newco della rete (Opac) e TI SeviceCo a cui faranno capo i servizi tutte le altre attività non legate alla rete. “TI ServiceCo – ha puntualizzato Bernabè – acquisterà servizio all’ingrosso da Opac, fornirà servizi retail, nonchè i restanti servizi all’ingrosso di rete fissa oltre ai servizi mobili”.

Circa 22mila i dipendenti che confluiranno nella newco della rete, ha aggiunto Bernabè puntualizzando che si tratta di stime. E sempre in base alle prime stime nella newco confluirà “una quota del debito organico sostenibile, alla luce di un piano di investimenti previsto in accelerazione e del ritorno atteso dagli investitori”. “Va chiarito – ha aggiunto Bernabè – che l’operazione non ha la finalità di migliorare la situazione debitoria del gruppo, ma ha l’obiettivo di migliorare la redditività degli investimenti infrastrutturali e sarà sostanzialmente neutrale dal punto di vista del rating”. E “avrà effetti positivi soprattutto per il nostro Paese”. Per Bernabè i benefici deriveranno in particolare da una “profonda riorganizzazione del settore con un rilancio degli investimenti in uno dei comparti più rilevanti per la modernizzazione”.

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