LA VERTENZA

Sirti in crisi chiede la Cig, sindacati sulle barricate

Cassa integrazione per ridurre i costi della struttura e del personale. Questa la proposta dell’azienda, ma la Fiom-Cgil non ci sta: “Indebitamento frutto di un’operazione di finanza creativa”

Pubblicato il 07 Mar 2012

P.A.

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"Aprire una cassa integrazione per crisi, ridurre i costi complessivi della struttura e dell’area staff e impiegati". E’ questa la proposta, secondo quanto riferisce la Fistel Cisl a Radiocor, che il gruppo Sirti, storica azienda che si occupa di impiantistica e manutenzione di servizi Tlc, ha avanzato ieri in un incontro con i sindacati al ministero dello Sviluppo economico per fronteggiare la crisi.

Più netto il comunicato della Fiom-Cgil. Il segretario nazionale Sergio Bellavita, "Oggi (ieri ndr), presso il ministero dello Sviluppo Economico, la Direzione aziendale Sirti ha prospettato un drammatico piano di risanamento che scarica completamente sui lavoratori i problemi economici dell’Azienda. A fronte delle gravi difficoltà che travagliano il settore delle telecomunicazioni, e della pesantissima situazione debitoria accumulata dalla stessa Sirti nei suoi rapporti con le banche, l’Azienda ha annunciato la sua intenzione di porre in esubero centinaia di dipendenti allo scopo di ridurre lo squilibrio nei ricavi".

"Per quanto ci riguarda, abbiamo denunciato che l’indebitamento di Sirti non deriva dalla congiuntura economica, né da ragioni industriali, ma è il frutto amaro di un’operazione di finanza “creativa” rispetto alla quale chiediamo siano accertate fino in fondo eventuali responsabilità. Negli anni scorsi, infatti, il Consiglio di amministrazione decise un maxi dividendo di un euro ad azione, pari circa al 35% del suo valore, per un importo complessivo di oltre 220 milioni di euro".

"Adesso l’Azienda chiede ai lavoratori di pagare il salatissimo conto di questo dividendo ingiustificato. Al Governo abbiamo quindi chiesto di convocare i vertici dell’Azienda, oggi non presenti, al fine di appurare fino in fondo la reale situazione di Sirti".

"Per parte nostra, nel momento in cui dichiariamo lo stato di agitazione dei lavoratori, abbiamo detto no all’ipotesi di ricontrattare, peggiorandole, le condizioni normative e salariali dei lavoratori stessi, rivendicando la piena applicazione degli accordi dell’agosto del 2011 in materia di ricorso alla mobilità volontaria e di utilizzo della Cassa integrazione".

Lo scorso 20 febbraio, la nota della Uilm nazionale: "Dal 4 agosto aspettiamo invano di conoscere il piano industriale dell’azienda". Così in una nota Enrico Azzaro, coordinatore di settore della Uilm nazionale, a margine del coordinamento nazionale unitario dei delegati sindacali di Sirti, in merito alla situazione del gruppo attivo nelle soluzioni per reti di telecomunicazione.

"Chiederemo al ‘management’ della società di Tlc – ribadisce Azzaro – di far chiarezza su i ‘rumors’ relativi a circa mille esuberi che l’azienda pare sia intenzionata a dichiarare sul territorio nazionale. La stessa consistenza dell’assetto manageriale sarà oggetto di un’attenta valutazione, perché ci risultano uscite dai vertici societari. Abbiamo per questo risposto positivamente alla convocazione giunta dal dicastero dello Sviluppo economico per il prossimo 6 marzo".

Lo scorso 27 luglio l’accordo per il rilancio di Sirti sembrava trovato. Lo annunciava la Uilm stessa, precisando che “è stata sottoscritta ieri sera al ministero del Lavoro, nella sede romana di via Fornovo, l’intesa tra sindacati e l’azienda per il rilancio dell’azienda in cui lavorano 4.064 dipendenti".

"Si tratta di un accordo che si caratterizza per la procedura di Cassa Integrazione Straordinaria per ristrutturazione che coinvolgerà 760 addetti – spiega Enrico Azzaro, coordinatore nazionale di settore della Uilm per le Tlc – Di questi, grazie al suddetto accordo, gli esuberi strutturali sono scesi da 300 a 270: ciò è stato possibile mediante l’applicazione dei contratti di solidarietà rivolti a 300 lavoratori dell’area tecnica del cosiddetto ‘Staff’”.

Ai dipendenti con i requisiti della pensionabilità era stato garantito, a seconda della funzione che svolgevano, il trattamento di rotazione bimestrale o quadrimestrale, insieme ad un’integrazione al reddito di 550 euro mensili.

Era stata inoltre istituita una formula incentivante per chi volesse aderire ad un percorso di uscita verso il trattamento pensionistico. “Se in caso di successive riforme il trattamento dovesse slittare i lavoratori interessati potranno essere riassunti fino al raggiungimento dei requisiti pensionabili previsti – puntualizza Azzaro – Infine, verranno realizzate verifiche sia a livello nazionale che locale su modi e metodi del ricorso al subappalto delle aziende che lavorano con Sirti".

La Uilm era soddisfatta del risultato raggiunto. "Avevamo già dato un utile contributo all’azienda – conclude il sindacalista – realizzando l’accordo per la Cigs rivolta a situazioni di crisi che ha permesso di ristrutturare il debito accumulato dalla società in questione. Ora, con l’intesa raggiunta nella tarda serata di ieri, la Sirti potrà puntare allo sviluppo e posizionarsi meglio sul mercato che le compete. Il sindacato – conclude la nota – ha sottoscritto un’intesa unitaria per il bene dei lavoratori e questo è un altro valore aggiunto".

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