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Sms, fine di un’epoca: le telco bruciano 13,9 miliardi di $

Ovum: instant e social messaging hanno inferto un duro colpo ai messaggini. E l’emorragia dei ricavi è destinata a peggiorare. Dharia: “Gli operatori di Tlc facciano fronte comune per tenere testa agli Internet player”

Pubblicato il 21 Feb 2012

Paolo Anastasio

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Secondo stime della società di analisi Ovum, gli operatori di telefonia mobile hanno perso complessivamente 13,9 miliardi di ricavi nel 2011 per la crisi degli sms, sostituiti dalle app di instant e social messaging basate su Ip. Nel 2010 i mancati ricavi da sms per le telco si erano attestati a 8,7 miliardi di dollari.

L’emorragia degli sms, pari al 9% del giro d’affari complessivo del segmento messaging nel 2011, è una spina nel fianco per le casse degli operatori e una prova tangibile dei danni subiti dagli Ott. Secondo Ovum la contrazione degli sms continuerà anche in futuro. Tutto ciò nonostante la crescente capacità di banda larga mobile, che per ora non sta impattando positivamente sulle telco.

Secondo Neha Dharia, analista di Ovum che ha realizzato lo studio, “gli operatori devono rimanere aperti ad accordi con gli sviluppatori di app, condividendo con loro i dati sugli utenti per consentire l’integrazione con le connessioni social dei clienti. Lavorare gomito a gomito con i produttori di smartphone sarà un altro aspetto importante per le telco, perché controllano alcune delle più popolari app di social messaging, e possono fornire applicazioni preconfezionate. Il fattore più importante, però, resta la necessità per le telco di collaborare fra loro, perché ormai non sono più in competizione soltanto fra loro, e per questo devono fare fronte comune per fronteggiare i principali player della galassia internet”.

Nonostante la crisi degli sms, Ovum sostiene che le telco possono riprendersi perché controllano l’intera filiera della messaggistica e in particolare perché hanno accesso al numero di cellulare e ai dati degli utenti. “Il consolidato rapporto diretto sul fronte della fatturazione è un grosso vantaggio per le telco – aggiunge Dharia – perché di fatto il gestore controlla in larga misura i servizi usati dal cliente”.

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