RADIO DIGITALE

Stefano Ciccotti: “Il Dab banco di prova per tutti”

A Riva del Garda una due giorni per discutere dell’avvento della nuova radio digitale. Il presidente dell’Associazione per la Radiofonia digitale e Ad di Rai Way: “Trentino best practice nazionale. Grandi potenzialità per ascoltatori, editori e partner commerciali”. Intanto il progetto pilota partito da Trento si estenderà anche a Bolzano

Pubblicato il 15 Apr 2013

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Grandi reti autostradali, offerta di contenuti digitali al alto valore aggiunto, modello unico di radio digitale europea. Mentre il Dab in Italia inizia finalmente a vedere concretizzati gli sforzi di un decennio, si inizia a guardare già al futuro. La sfida e la provocazione, interessanti quanto ambiziose, sono state lanciate questa mattina da Trento, da dove si è aperta la due giorni “The digital radio experience: Case studies on going digital,” che dal pomeriggio di oggi sino a domani vedrà a Riva del Garda i maggiori operatori europei del settore discutere circa esperienze, strategie e modelli possibili per la nuova radio digitale.

Proprio dal Trentino, infatti, è partito il progetto pilota nazionale che ha dato vita alla prima “area digitale radiofonica” italiana, in cui accanto alla tradizionale “modulazione di frequenza” la radio si può già ascoltare tramite la tecnologia Dab, digital audio broadcast. Dalla prossima settimana l’iniziativa si estenderà anche alla provincia di Bolzano.

Alla conferenza di apertura, oltre al presidente della Provincia autonoma di Trento Alberto Pacher, hanno partecipato l’ad di Rai Way e presidente Ard – Associazione per la Radiofonia Digitale in Italia Stefano Ciccotti, il Direttore Generale Rai Luigi Gubitosi, Vincenzo Lobianco, Responsabile Direzione Reti e Servizi di Comunicazione Elettronica AgCom, il presidente del Club Dab Italia Fabrizio Guidi e Marco Rossignoli, Coordinatore Aeranti-Corallo e Presidente Aeranti.

Dopo anni di stallo e difficoltà, tecnologiche e regolamentari, dunque, anche la rivoluzione digitale del mondo radiofonico pare dunque essere avvenuta. O almeno, inizia a concretamente a dare i suoi primi frutti.

“E’ il frutto di una serie di componenti necessarie che si sono finalmente venute a verificare – le parole di Stefano Ciccotti – e che oggi ci consentono, a partire dal Trentino, di poter sperimentare con successo un modello radiofonico e innovativo che apre grande potenzialità per ascoltatori, editori e partner commerciali”. 
Potenzialità elevate, che però per essere appieno apprezzate e colte, necessitano di una maggiore conoscenza dello stesso mezzo e della tecnologia Dab prima di tutto da parte degli utenti. Questo appare oggi infatti, prima ancora delle difficoltà tecniche e regolamentari – ormai pianate, grazie al lavoro dell’AgCom – di esportare il modello Trentino in altri contesti nazionali, uno degli scogli da superare per accelerare la diffusione della nuova tecnologia radio e creare di conseguenza un vero e proprio mercato che faccia decollare investimenti, attività di editori e emittenti, partners commerciali.

“A differenza della televisione, infatti, non avremo uno switch off di massa, obbligatorio e uniforme per tutti – spiega il Direttore Generale Rai Luigi Gubitosi – e ciò rende ancora più difficile far comprendere alla gente la novità e le potenzialità degli investimenti in tecnologie e innovazione, che creano di fatto un nuovo modo di concepire la fruizione della radio. In questo contesto la Rai continuerà a lavorare nel rispetto della propria mission di servizio pubblico a estendere la propria copertura a partire dal nord Italia e ad investire in tecnologie e servizi di valore aggiunto”.

Proprio dalla regioni del nord del paese, infatti, procederà la copertura Dab secondo due direttrici (ovest-est, nord-sud) e un modello strategico ben preciso, che capovolge di fatto quello che ha visto la diffusione della radio tradizionale e del Dab negli altri paesi d’Europa: l’outdoor. Se infatti fuori dai confini nazionali il Dab ha preso piede puntando a coprire le maggiori aree urbane, in Italia la strategia che si intende adottare in questa prima fase è quella di essere presenti sulle grandi direttrici autostradali.

Ad oggi, infatti, tra le frequenze rilasciate in Trentino e le altre “miste” delle altre zone del nord del paese, la presenza della radio digitale si estende un’area che va dalla Val d’Aosta al Friuli Venezia Giulia, dall’Alto Adige all’Emilia Romagna

“Il progetto trentino non è che la tessera di un mosaico in divenire e da cui abbiamo iniziato a creare l’infrastruttura digitale – spiegano Fabrizio Guidi, direttore strategie di Radio 24 e presidente Clud Dab Italia e Vincenzo Lobianco -. Abbiamo lavorato per dare certezze agli editori che si potesse instaurare un progetto vincente, e che chiaramente potesse dare oltre a servizi e contenuti innovativi anche utili. Lavoreremo anche per avviare un mercato consumer e automobilistico, che ci consenta di avere una diffusione sul territorio che consenta di investire ulteriormente. Nei prossimi giorni, inoltre, estenderemo il progetto del Trentino anche al vicino Alto Adige per poi provare a replicarlo anche in altri contesti”.

Ed è forse proprio questa, insieme alla conoscenza del Dab tra gli ascoltatori, la sfida più complicata per i vari soggetti: uscire dal confine trentino e confrontarsi con diversi bacini a livello nazionale. “Sarà un banco di prova per tutti – continua Ciccotti – in quanto ci saranno inevitabilmente problemi sia per reperimento risorse sia per capacità gestire rapporti con entità e interlocutori eterogenei. In tal senso il ruolo Rai Way, come interlocutore unico può essere importante, così come quello dei consorzi” Ma una partita importante si gioca anche sul campo dell’offerta dei contenuti e della produzione degli stessi per il solo ambiente digitale.

“Sarà importante che le emittenti sappiano realizzare contenuti e prodotti esclusivi per il Dab, che si affianchino a quelli tradizionali e che siano capaci di generare informazione ad alto valore aggiunto e di creare quindi un mercato interessante e attrattivo per investitori pubblicitari e ascoltatori – conclude Ciccotti -. A Riva del Garda poi avvieremo un confronto con gli altri operatori europei per creare un microchip europeo integrato in ogni device (dai tablet agli smartphone) che consenta a tutte le realtà del continente di uniformare la propria offerta, non solo sugli apparecchi radio “tradizionali” e di essere presenti praticamente ovunque”.

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