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Telco di nuova generazione: la rete diventa un “organismo” intelligente



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Con l’approccio device-first, l’AI distribuita e l’edge computing, l’infrastruttura digitale si sposta dal backbone ai dispositivi: la connettività domestica diventa ambiente auto-configurante, capace di prevenire i guasti e di garantire esperienze continue in ogni contesto d’uso

Pubblicato il 28 nov 2025



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La trasformazione delle Telco di nuova generazione segna un cambio di paradigma nella concezione stessa della rete. Non più un’infrastruttura che fornisce semplicemente capacità di trasmissione, ma un ecosistema intelligente che si adatta al comportamento degli utenti e dei dispositivi. È una transizione che coinvolge tecnologia, dati e cultura del servizio, spostando il baricentro dalla connessione al valore esperienziale.

Questa visione è stata illustrata da Massimo Bertolotti, direttore innovazione tecnologica di Sky Italia, nel corso dell’incontro ospitato a Palazzo Isimbardi e organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano durante la Milano Digital Week 2025. Bertolotti ha descritto il modello di un operatore “nativo digitale”, dove la rete si costruisce «a partire dal dispositivo, non dal router», e in cui il Wi-Fi diventa il primo punto d’accesso all’esperienza di connettività.

Dalla rete al dispositivo: il punto di svolta

Per le Telco di nuova generazione, il punto di partenza non è più la dorsale o il backbone, ma il terminale in mano all’utente. «Nel 95% dei casi, la connessione avviene via Wi-Fi», ha spiegato Bertolotti. Questo dato, apparentemente tecnico, cambia l’architettura del pensiero: la rete viene progettata non per garantire pura copertura, ma per assicurare stabilità, latenza e qualità ai singoli dispositivi che si collegano in modo dinamico e continuo.

L’approccio “device-first” rompe con la logica tradizionale delle Telco, che misuravano la performance a livello di rete o di area geografica. Ora il riferimento diventa il singolo nodo domestico, l’oggetto connesso che vive all’interno di un ecosistema digitale sempre più affollato: televisioni, assistenti vocali, videocamere, elettrodomestici intelligenti. «Ogni dispositivo è un punto di atterraggio, e la rete deve seguire gli oggetti, non solo le persone», ha osservato Bertolotti.

La iper-connettività domestica porta con sé una nuova forma di complessità. La casa non è più un terminale unico, ma un micro-ambiente di rete che deve autogestirsi. L’AI entra qui come abilitatore silenzioso, capace di analizzare miliardi di micro-dati in tempo reale per mantenere la continuità del servizio senza interventi esterni.

Il dato come moneta dell’esperienza

Il vero carburante delle Telco di nuova generazione è il dato. Non quello commerciale o di profilazione, ma il dato tecnico, quello che descrive in ogni istante la qualità della connessione, la stabilità del segnale, la saturazione della banda. Per Bertolotti, «il dato è la moneta del servizio»: un flusso continuo di informazioni che consente alla rete di auto-correggersi e auto-ottimizzarsi.

La differenza rispetto al passato è che questo dato viene elaborato in tempo reale. Ogni access point registra variazioni di potenza, interferenze, parametri di latenza. L’intelligenza artificiale elabora questi segnali e decide quale canale usare, quale dispositivo servire prima, quale processo rallentare. L’obiettivo non è fornire più capacità, ma dare priorità dinamica a ciò che l’utente sta realmente facendo.

Bertolotti ha spiegato che l’AI è diventata un motore di raccomandazione non solo per i contenuti, ma per la rete stessa. «Oggi non raccomandiamo più cosa guardare, ma quale azione di rete eseguire per mantenere l’esperienza fluida». Si tratta di un principio di self-optimization che cambia radicalmente il modo di concepire la gestione dell’infrastruttura domestica.

Automazione e personalizzazione dell’esperienza di rete

Le nuove Telco non si limitano a distribuire banda: automatizzano il comportamento della rete in funzione delle abitudini di ciascun utente. Gli algoritmi analizzano parametri come il flusso video, la presenza di lag, il livello di interferenza sul canale Wi-Fi e ricalibrano la potenza in base alla posizione dei dispositivi. È un processo invisibile ma cruciale, che sostituisce il modello reattivo con uno predittivo.

Bertolotti ha sottolineato che questa automazione non significa eliminare la complessità, ma gestirla con efficienza. Il sistema “vede” in tempo reale dove la connessione perde qualità e agisce prima che l’utente se ne accorga. «La rete deve reagire in anticipo, non dopo il reclamo del cliente», ha detto.

La personalizzazione è un effetto collaterale di questa intelligenza distribuita. Ogni abitazione diventa un nodo con caratteristiche proprie, e la rete adatta le sue configurazioni alle specifiche condizioni ambientali: pareti, dispositivi, interferenze. L’intelligenza artificiale apprende da queste variabili e costruisce profili di comportamento unici, senza bisogno di intervento manuale.

AI e manutenzione predittiva: dalla diagnosi alla prevenzione

Il passaggio più rilevante nel percorso delle Telco di nuova generazione è la capacità di prevenire i guasti. Le reti tradizionali erano progettate per reagire; quelle nuove imparano a prevedere e correggere.

Bertolotti ha citato esempi di manutenzione proattiva già in uso: la rete analizza i pattern di errore e segnala in anticipo possibili malfunzionamenti, suggerendo ai sistemi di supporto tecnico quando e dove intervenire. In prospettiva, l’obiettivo è portare questa logica anche nei nodi di accesso e nei centri di elaborazione periferici, dove piccoli “robot digitali” potranno eseguire azioni operative automatiche — come riavviare apparati o riconfigurare parametri — senza bisogno di presidio umano.

L’AI, in questo scenario, non sostituisce il lavoro tecnico ma lo amplifica, liberando risorse per attività a maggiore valore aggiunto. «Automatizzare non significa semplificare, significa rendere la rete più reattiva», ha puntualizzato Bertolotti, sottolineando l’importanza del controllo e della qualità dei dati come prerequisiti.

Dal cloud all’edge: vincere la sfida della latenza

Uno degli aspetti più concreti dell’evoluzione Telco riguarda la riduzione della latenza, oggi parametro chiave per i servizi in tempo reale. L’esperienza dimostrativa realizzata all’interno dell’Arena di Milano – dove un’architettura 5G con edge computing ha permesso di analizzare in diretta i movimenti dei giocatori e generare highlight video in tempo reale – mostra il potenziale di una rete che integra AI, cloud e prossimità.

Secondo Bertolotti, il valore dell’AI cresce quanto più l’elaborazione si avvicina al punto di consumo: «La latenza non è solo una misura tecnica, è un valore esperienziale». Le Telco di nuova generazione devono quindi costruire reti distribuite, dove parte dell’intelligenza risiede ai margini, per ridurre i tempi di risposta e aumentare la resilienza del sistema.

Dalla connettività come servizio alla connettività come utility

Il cambiamento più profondo, però, è culturale. L’utente non percepisce più la connettività come un servizio opzionale, ma come una utility essenziale, al pari dell’energia elettrica o dell’acqua. Bertolotti ha sintetizzato così la nuova aspettativa: «Non è più il cosa, ma il come e il quando. L’utente dà per scontato che la rete funzioni, ma pretende che funzioni sempre, ovunque e con coerenza tra dispositivi».

Le Telco di nuova generazione si muovono dunque su un terreno ibrido: tecnologico, ma anche relazionale. Devono garantire continuità e qualità prima ancora che velocità, costruendo fiducia attraverso la stabilità dell’esperienza. La rete non è più un prodotto da vendere, ma un’infrastruttura che deve adattarsi ai comportamenti di chi la usa.

In questa prospettiva, la connessione diventa una forma di relazione invisibile, mediata dai dati e gestita da intelligenze artificiali che apprendono, orchestrano e intervengono. È la nuova frontiera delle Telco di nuova generazione: infrastrutture che uniscono calcolo, predizione e servizio, trasformando la connettività da semplice canale a organismo intelligente capace di evolversi con l’utente.

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