PICCOLI AZIONISTI

Telecom Italia, è scontro sugli immobili

Botta e risposta tra Asati e Pirelli sul patrimonio immobiliare dell’ex-Sip. I piccoli azionisti accusano Tronchetti Provera di aver favorito l’alienazione del patrimonio. Ma Pirelli non ci sta: “Gran parte delle cessioni avvenute durante la precedente gestione”

Pubblicato il 09 Dic 2013

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Duro confronto tra Pirelli e Asati sul patrimonio immobiliare dell’ex-Sip. Asati punta il dito la società guidata da Marco Tronchetti Provera, accusata di aver favorito l’alienazione del patrimonio. Ma Pirelli non ci sta, e risponde con una dura nota in cui dimostra come sia stata la gestione Colaninno a smantellare il “tesoro” di Telecom.

Riferendosi alle indiscrezioni di stampa che parlano di un possibile accordo con Prelios per la cessione degli immobili – secondo i piccoli azionisti la società è in conflitto di interesse dato che gli azionisti sono gli stessi di Telco (Mediobanca, Intesa e Generali) – Asati evidenzia come “la storia di ripeta”.

“Dal 2000 al 2006 è stato effettuata la più grande dismissione di uno dei più ingenti patrimoni immobiliari del Paese: quello che una volta era della Sip, superiore a oltre 8 milioni di mq – ricorda Asati – Tra questi, molti furono conferiti a TI nel riassetto degli anni ’90 ed erano immobili di pregio dell’ex Asst (Azienda di Stato dei Servizi Telefonici) con sedi nei centri storici delle principali città, a prezzo di opifici e dal momento che sono stati rivenduti da TI a privati dopo 5 anni non hanno pagato nemmeno le plusvalenze arrecando così un notevole dallo all’Erario Statale”.

“Le dismissioni successive, operazioni avvenute con potenziali conflitti di interesse tra gli azionisti di controllo – prosegue la nota dei piccoli azionisti di Telecom – avvenute spesso a prezzi notevolmente inferiori al mercato e riaffittate alla stessa TI a canoni nettamente superiori al mercato (8-9% del valore) e addirittura in molti casi con assegnazione della manutenzione straordinaria all’ex proprietario, cioè la TI, stanno oggi arrecando notevoli danni al bilancio della Società. Di quelle dismissioni oggi tutti gli azionisti di minoranza stanno pagando forti perdite, basti pensare che la rata annua delle locazioni , come dichiarato dall’allora ex Presidente Galateri nell’Assemblea del 14 aprile 2008 su domanda di Asati, era di 400 milioni di euro all’anno a fronte di una dismissione di circa 4,4 miliardi di euro”.

Le dismissioni successive, spiega Asati, “stanno arrecando oggi notevoli danni al bilancio della società”, poiché “sono avvenute con potenziali conflitti di interesse tra gli azionisti di controllo, a prezzi spesso notevolmente inferiori al mercato e riaffittate alla stessa Telecom a canoni nettamente superiori al mercato (8-9% del valore) e addirittura in molti casi con assegnazione della manutenzione straordinaria all’ex proprietario, cioè Telecom”. Asati chiede al cda di “smentire con un comunicato ogni operazione e accordo con la società Prelios” e invita la Consob a vigilare: “il potenziale tentativo di creare un fondo – con il possibile coinvolgimento di Prelios – dove far confluire tutti gli immobili residui rimasti con operazioni fuori mercato, magari senza gare limpide e trasparenti, utilizzando consulenti esterni per valutare i valori degli asset, questa volta non passerà”.

La risposta di Pirelli non si è fatta attendere. “Un’analisi più attenta della storia degli immobili di Telecom Italia rivelerebbe, contrariarmente a quanto alcuni soggetti continuano a dichiarare – spiega il portavoce della società in una nota – che la gran parte degli immobili di Telecom Italia fu ceduta durante la gestione precedente a quella Pirelli”.

“Stante il protrarsi di ricostruzioni basate su affermazioni false – prosegue – diffida chiunque dal continuare a insinuare irregolarità che mai nessuno, consiglieri, comitati, collegi sindacali e audit, ha denunciato negli anni e che neppure le tante verifiche effettuate, anche dopo l’uscita del dottor Tronchetti da Telecom, hanno mai rilevato”. Pirelli, ha dato mandato agli avvocati Giuseppe Lombardi e Marco De Luca “di procedere in ogni sede opportuna a tutela dei propri diritti”.

Secondo il portavoce di Pirelli , “un’analisi più attenta” “farebbe emergere che l’operazione di dismissione degli immobili Telecom avvenuta tra il 2002 e il 2003 non implica nessuna cessione a Pirelli RE, ma vide il merger di immobili conferiti da Telecom Italia con quelli di proprietà di una joint venture tra i fondi immobiliari di Morgan Stanley (75%) e Pirelli Re (25%). Gli immobili confluirono in due società, Tiglio 1 e Tiglio 2, e successivamente furono ceduti attraverso operazioni di mercato”.

“I valori degli immobili furono determinati dalla perizia dell’esperto indipendente CB Richard Ellis – aggiunge Pirelli – Si trattò di un’operazione vantaggiosa per Telecom con un ritorno sugli investimenti “core” stimato a circa il 10,5-11%, valore superiore al costo degli affitti pari al 7-8%. Operazioni analoghe furono fatte da altri gruppi industriali e operatori di tlc come FT, BT, DT, KPN, Swisscom e Telenor. Una successiva operazione di dismissione immobiliare avvenne tra il 2005 e il 2006 e riguardo’ 1.300 immobili acquistati da JV a cui Pirelli RE partecipava sempre con quote di minoranza. Vale la pena ricordare che a partire dal 2004, nelle operazioni immobiliari tra TI e parti correlate diverse da società del gruppo, il comitato per il controllo interno e per la corporate governance di Telecom, composto unicamente da consiglieri indipendenti, ricevette il mandato di valutare le procedure da seguire a garanzia della correttezza dei processi. Questi i fatti, che purtroppo continuano a non essere considerati”, prosegue la nota.

“Anche per questo – conclude il portavoce di Pirelli – stante il protrarsi di ricostruzioni basate su affermazioni false, Pirelli diffida chiunque dal continuare a insinuare irregolarità che mai nessuno, consiglieri, comitati, collegi sindacali e audit, ha denunciato negli anni e che neppure le tante verifiche effettuate, anche dopo l’uscita del dottor Tronchetti da Telecom, hanno mai rilevato”.

Stando a quanto risulta dall’agenzia Adnkronos da “fonti finanziarie” comunque, “non ci sarebbe finora alcuna proposta formale o step in fase avanzata riguardo a un’eventuale ‘partnership’ tra Telecom e Prelios per il riassetto immobiliare del gruppo telefonico”.

Piuttosto, è allo studio una razionalizzazione della gestione degli immobili nel senso della scelta di un unico gestore di immobili che permetta un risparmio rispetto alla divisione tra più enti, come ha spiegato nei giorni scorsi l’ad di telecom Italia Marco Patuano. In questo contesto Prelios, attraverso la divisione Prelios Integra, potrebbe offrire servizi di gestione immobiliare che vanno da manutenzione e recupero degli affitti fino al supporto alle vendite. Allo stato attuale, comuqnue, non risulterebbe alcun accordo tra le due società.

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