LO STATUTO

Telecom Italia, sulla governance si inasprisce lo scontro Fossati-Telco

La holding frena sul cambio dello statuto in vista della scadenza del board e la Findim promette battaglia in assemblea con una sua lista

Pubblicato il 28 Gen 2014

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Molto probabilmente la governance di Telecom Italia non cambierà neanche a questo giro assembleare: il Cda in scadenza ad aprile, scrive il Sole 24 Ore, sarà rinnovato ancora con le vecchie regole, che assegnano i quattro quinti dei posti alla lista più votata. Marco Fossati questa volta punterà ad aggiudicarsi in assemblea la maggioranza, proponendo un progetto e una squadra per portarlo avanti. Gli interlocutori di riferimento saranno i fondi esteri che hanno quasi la metà del capitale.

Il management di Telecom Italia ha incaricato un gruppo coordinato dal general counsel Nino Cusimano di fare una ricognizione sulla best practice in tema di governance: i risultati di questa analisi saranno illustrati al Cda del 6 febbraio e l’Ad Marco Patuano dovrà sollecitare una presa di posizione del board. Secondo autorevoli esponenti dell’azionariato di riferimento, spiega il quotidiano, non ci sarebbero però i tempi tecnici per cambiare l’impianto di uno statuto ereditato da Telco al momento in cui era subentrata a Olimpia.

Di fatto dunque l’ago della bilancia sarà proprio Patuano che, pur essendo stato nominato da Telco, ha mostrato una certa apertura alle istanze di Findim e dei fondi: infatti con il cda a formazione ridotta,a parte l’Ad, 5 consiglieri sono emanazione di Telco e 5 indipendenti , di cui due (Fitoussi e Sentinelli) indicati da Telco, e tre (Calvosa, Egidi, Zingales) sono espressi dai fondi.

In questo contesto torna in campo Naguib Sawiris che ha rilanciato l’ipoetsi di un aumento di capotale, almeno in parte riservato. Secondo Sawiris una ricapitalizzazione da 3-4 miliardi sarebbe necessaria per ristabilire l’equilibrio finanziario in Telecom. L’ipotesi è stata subito cassata dall’Ad Patano che ha precisato: “Non ci sono ipotesi di aumento di capitale sul piatto”.

Nei giorni scorsi al quotidiano brasiliano Folha de Sao Paulo, Sawiris ha annunciato di essere pronto ad acquisire Tim Partecipacoes, la controllata brasiliana di Telecom Italia. “Farò una proposta se decidono di venderla – ha detto il magnate egiziano – Non è la prima volta che provo a entrare in Brasile. La prima fu nel 2007. Abbiamo fatto un’offerta per il controllo di Telecom Brasile. Non è andata a buon fine, ma guardiamo sempre al Brasile”. La sua cordata sarebbe disposta a offrire fino a 20 miliardi di dollari (o 14,5 miliardi di euro).

Sawiris ha confermato le sue intenzioni anche a Bloomberg News dicendosi pronto anche ad entrare in Telecom Italia a condizione che Telefonica esca e che non venga venduta Tim Brasil.

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