IL CASO

Telecom, la Corte Ue ribalta i giochi: “Valido il contratto da 500 milioni con gli Interni”

Secondo il Tribunale europeo esistono le condizioni per non annullare il contratto rinnovato nel 2011, ritenuto illegittimo dalla giustizia amministrativa italiana a seguito del ricorso di Fastweb. “Rispettate tutte le procedure”. Ma l’ultima parola spetta comunque al Consiglio di Stato

Pubblicato il 11 Set 2014

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La Corte di giustizia Ue ha stabilito oggi che esistono le condizioni per non annullare il contratto di 500 milioni di euro siglato dal ministero dell’interno con Telecom Italia alla fine del 2011 con cui è stato rinnovato, senza gara, l’appalto per i servizi di telefonia fissa, mobile, la videosorveglianza e altri servizi di comunicazioni elettroniche che Telecom Italia fornisce al ministero dal 2003. Il ministero ritiene Telecom l’unica societa’ in grado di offrire tali servizi.

La Corte doveva esprimersi sull’eventuale annullamento del contratto, giudicato illegittimo sia dal Tar del Lazio che dal Consiglio di Stato, dopo un ricorso di Fastweb. I giudici della Corte Ue hanno stabilito che le regole Ue vietano in principio appalti pubblici senza gare, ma permettono comunque il non annullamento di un contratto in vigore se sono stati rispettati alcuni vincoli procedurali, come per esempio la pubblicazione di un avviso di trasparenza sulla gazzetta ufficiale e la firma del contratto dopo lo scadere di un termine di 10 giorni dalla pubblicazione. Queste procedure sembrano essere state rispettate, e quindi consentirebbero il non annullamento del contratto. La Corte Ue rinvia comunque la decisione definitiva al Consiglio di Stato.

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