LA VERTENZA

Teleperformance presenta il piano “anti-esuberi”

Rimodulazione dell’orario di lavoro su 33 ore settimanali il perno della proposta che sarà presentata domani ai sindacati. Obiettivo evitare i licenziamenti nelle sedi di Taranto e Roma

Pubblicato il 09 Gen 2013

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Salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, evitando gli esuberi e mantenendo il reddito netto senza ricorrere alla cassa integrazione. Sono questi gli obiettivi della proposta che Teleperformance metterà sul tavolo nell’incontro di domani al ministero del Lavoro con i sindacati per chiudere la vertenza che interessa gli addetti dei call center del gruppo. Proposta che, secondo la società, consentirebbe di evitare il licenziamento di 621 dipendenti della sede di Taranto e di 164 del call center di Roma, rilanciando l’azienda e mettendola in condizione di competere sul mercato.

I punti della proposta, nel dettaglio, prevedono una rimodulazione dell’orario di lavoro su 33 ore settimanali di cui 13 ore, quelle attualmente coperte dalla Cig, a pianificazione variabile in base alle esigenze produttive. In tal modo la retribuzione mensile media netta salirebbe da 780 euro (659 euro senza Cig) a 905 euro, per un totale annuo (comprensivo della tredicesima mensilità) di 11.131 euro contro gli attuali 9.846 euro (8.415 euro senza Cig). Per i dipendenti “best performer” è prevista la possibilità di arrivare a 40 ore settimanali, di cui 20 a pianificazione variabile, per una retribuzione annua media che può arrivare a 13.134 euro.

Le condizioni per l’attuazione del piano proposto da Teleperformance prevedono: la riclassificazione del personale con passaggio dal terzo al secondo livello contrattuale e congelamento degli scatti di anzianità; salario di produttività per le ore a pianificazione variabile (applicazione dell’aliquota irpef agevolata al 10% anziché al 23%); conversione delle festività che cadono di domenica in giorni di ferie; recupero delle pause da videoterminale con un unico intervallo di 30 minuti non retribuiti per i turni superiori a sei ore; valutazione delle performance a fini meritocratici estesa anche al lavoro outbound.

“L’eventuale accordo – sottolinea una nota di Teleperformance – rappresenterebbe una vera sfida per l’azienda, per i lavoratori e per i sindacati che, a fronte dell’impegno aziendale di far lavorare e retribuire le ore oggi in esubero (con un costo aggiuntivo di circa nove milioni di euro l’anno), consentirebbe di salvaguardare i livelli occupazionali, riconoscere ai lavoratori una retribuzione equivalente a quella prevista dal contratto (con la possibilità di incrementarla ulteriormente) e di dare una soluzione strutturale alla crisi per rilanciare l’azienda”.

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