Non è riuscita l'Agcom a placare le polemiche sulle tariffe di
terminazione mobile. Nonostante il listino approvato ieri di fatto
rappresenti di fatto una "mediazione" fra il forte
pressing della Commissione Ue – che chiedeva di abbattere le
tariffe in anticipo rispetto alla roadmap messa a punto
dall'Authority italiana – e il pressing, altrettanto forte, in
particolare da parte di Wind e Vodafone, per spingere in avanti i
tempi della riduzione tariffaria, le telco mobili non hanno
accettato di buon grado le nuove misure.
In dettaglio l'Authority ha "concesso" una proroga di
6 mesi rispetto all'entrata in vigore del nuovo listino: i
tagli scatteranno infatti dal 1° luglio del 2012 (rispetto al 1°
gennaio della proposta iniziale). Una decisione presa per dare
"respiro" soprattutto alle telco che hanno partecipato
alla gara Lte. L'Authority ha inoltre fissato al 1° luglio del
2013 la tariffa a 0,98 centesimi, quella su cui la Commissione
aveva chiesto l'applicazione a partire dal 1° gennaio dello
stesso anno, con due anni in anticipo rispetto alla proposta
iniziale di Agcom.
Secondo Wind la decisione adottata sulla terminazione mobile
"non è un buon segnale per l’Italia perché non coerente
con l’obiettivo di varare misure utili ad attrarre capitali e
finanziamenti privati, soprattutto esteri".
"Le nuove misure condizionano il finanziamento di progetti di
sviluppo infrastrutturale nelle tlc in grado di fornire una spinta
propulsiva, tanto auspicata, all’economia italiana. Il rapido
taglio delle tariffe di terminazione determina, in particolare, il
rallentamento del programma di crescita dell’Agenda digitale in
termini così come l’indebolimento di operatori competitivi come
Wind, unica azienda di tlc in crescita".
Secondo l'azienda capitanata da Ossama Bessada l'impatto
sui flussi di cassa del settore nell'arco di tempo considerato
(2012/2013) è nell'ordine di centinaia di milioni di euro
"e, quindi, tale da incidere sulla redditività degli
investimenti fatti e tale da condizionare negativamente quelli
ancora da realizzare per la costruzione della nuova rete mobile a
banda ultra larga". La ricerca di un "primato
europeo" – aggiunge inoltre l'azienda – "ha fatto
premio su aspetti sostanziali legati al buon funzionamento del
settore senza opporre alla Commissione Europea le tante
"specificità " positive che il settore mobile italiano
è in grado, oggettivamente, di offrire"
"In questo contesto Wind valuterà, pertanto, tutte le misure,
eventualmente anche drastiche, necessarie a garantire il
mantenimento della sua posizione di mercato ed a tutelare il valore
per gli azionisti.
Allo stesso tempo Wind chiede, in coerenza con i recenti
pronunciamenti della Ue, una rapida e sensibile riduzione delle
tariffe di accesso alla rete in rame".
Telecom Italia al contrario dichiara che il glide path – il
percorso di riduzione tariffaria – non impatterà sui conti, o
almeno non in misura sostanziale. "Avrà un'influenza
molto modesta sui nostri conti", ha detto l'Ad Marco
Patuano a Torino per la premiazione di Working Capital, il premio
nazionale dell'innovazione. "Per quanto riguarda i valori
del glide path – ha detto Patuano – c'era un'indicazione
molto forte che arrivava dall'Ue. Francia e Inghilterra si
erano gà allineate su questi valori e credo che fosse da
attendersi un riallineamento anche dell'Italia. Noi abbiamo il
grande vantaggio che sui nostri conti avrà un'influenza molto
modesta sia sul piano della profittabilità sia dei volumi degli
investimenti".
Patuano ha invece avuto da ridire sul mantenimento della asimmetria
tariffaria (quella fra le tre principali telco e H3g che però
dovrà allinearsi entro il 2013, con un anno di anticipo rispetto
alla proposta iniziale dell'Authority). "Mantenere
l'asimmetria delle tariffe è una forzatura e ha oggettivamente
poche ragioni concettuali. L'asimmetria la si spiega o quando
c'è un nuovo entrante, e nel nostro mercato nuovi entranti non
ci sono, o quando c'è poca concorrenza, e vi assicuro che di
concorrenza ce n'è a sufficienza".