TELECOM ITALIA

Tim Brasil, Gvt contro lo spezzatino: “Pronti a collaborare con governo”

L’operatore controllato da Vivendi: “L’operazione causerebbe un aumento dei prezzi e una diminuzione della qualità del servizio”. Intanto il presidente di Telecom Giuseppe Recchi evidenzia il ruolo dei fondi attivisti: “Necessari per la transizione verso la public company”

Pubblicato il 03 Giu 2014

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Tornano i rumors sulla vendita di Tim Brasil e questa volta a schierarsi contro il possibile consolidamento del mercato delle Tlc brasiliane è Global Village Telecom (Gvt), l’operatore di banda larga che fa capo a Vivendi, a sua volta chiamato in causa per una possibile aggregazione con la controllata di Telecom Italia.

Intanto da Londra il presidente Giuseppe Recchi apre ai fondi “attivisti” in nome anche di una governance da public company
per la quale il gruppo vorrebbe essere preso ad esempio. “In Italia penso che la tendenza ad andare verso governance di Public Company sia cominciata in maniera strutturale. A seguito delle decisioni dei suoi azionisti, il board di Telecom ne è un esempio evidente” dice Recchi intervenendo a Londra alla conferenza “The Growth of Activist Investing in Europe” a cui hanno preso parte i principali operatori del settore tra cui Eric Knight del fondo Knight Vinke. E in questo senso gli azionisti attivisti “possono rappresentare una grande opportunita'”. “Il management deve mettere da parte i preconcetti e impegnarsi a coinvolgere tutti gli azionisti a favore di un dialogo aperto, trasparente e costruttivo – spiega Recchi – Per contro, gli attivisti devono costruirsi una reputazione bastata su competenza, credibilità e affidabilità”.

Tornando al Brasile “l’idea di dividere Tim Brasil e vendere le 3 parti ai 3 peggiori operatori mobili è impensabile nel corrente scenario delle Tlc in Brasile, porterebbe un aumento dei prezzi, diminuzione della qualità del servizio e inferiori investimenti nel settore, che già sono arretrati se comparati ai benchmark internazionali su prezzi e qualità” dichiara Gvt davanti alle speculazioni dei giorni scorsi secondo cui Telefonica, che di Telco è il primo azionista e in trasparenza controllerebbe il 15% di Telecom, penserebbe di risolvere i suoi problemi con l’Antitrust brasiliano dividendo Tim tra Vivo (sempre parte del gruppo spagnolo), Oi (che si sta fondendo con Portugal Telecom) e la Claro di Carlos Slim (America Movil).

Sarebbe “una cattiva notizia per i consumatori come per l’economia e crediamo che il regolatore e il governo non lo consentirebbero, non dovrebbero consentirlo” prosegue Gvt campo “promettendo di scendere in campo per difendere la concorrenza nel settore Tlc”, se necessario al fianco dell’Anatel, l’autorità brasiliana per le Tlc.

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