Il terzo trimestre del 2025 conferma il percorso di crescita intrapreso da Tim, che registra un aumento dei ricavi e dei margini in linea con le attese. “Merito del buon andamento del business sia sul mercato domestico sia su quello brasiliano”, nota il gruppo guidato da Pietro Labriola.
Migliora di conseguenza l’utile del gruppo, che torna al segno più: al 30 settembre 2025, il risultato netto prima prima delle quote di competenza dei terzi dei primi nove mesi del 2025 è positivo per 46 milioni di euro, con il risultato netto attribuibile ai soci della controllante che vale la metà, cioè 23 milioni di euro.
Sulla base di questo output e delle misure già intraprese nel periodo, il gruppo prevede una netta accelerazione del percorso di crescita nell’ultimo trimestre dell’anno e conferma tutte le guidance fornite al mercato per l’esercizio.
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Le performance dei primi nove mesi dell’anno
I ricavi totali messi a segno durante i primi nove mesi del 2025 ammontano a 10 miliardi di euro, in crescita del 2,3% anno su anno (+1,2% nel domestico a 6,9 miliardi di euro, +4,7% in Brasile a 3,1 miliardi di euro). In particolare, le revenue da servizi hanno fatto registrare un aumento del 3% a 9,4 miliardi di euro (+1,9% nel domestico a 6,4 miliardi di euro, +5,2% in Brasile a 3,0 miliardi di euro).
Da qui la buona performance dell’Ebitda di gruppo, che aumenta del 5,4% anno su anno a 3,2 miliardi di euro (+4,1% nel domestico a 1,6 miliardi di euro, +6,8% in Brasile a 1,6 miliardi di euro). Segno più anche per l’Ebitda After Lease, che sale del 5,3% anno su anno a 2,7 miliardi di euro (+4,1% nel domestico a 1,5 miliardi di euro, +6,9% in Brasile a 1,2 miliardi di euro).
I risultati delle divisioni Tim nel dettaglio
In questo scenario, la divisione Tim Consumer ha registrato ricavi totali sostanzialmente stabili (-0,4% anno su anno) a 4,5 miliardi di euro, mentre i ricavi da servizi sono stabili a 4,2 miliardi di euro. In miglioramento i principali kpi: Arpu in netta crescita nel fisso e in leggero rialzo nel mobile, grazie anche alle attività di repricing effettuate che, da inizio 2025, hanno riguardato circa 4 milioni di linee fisse e circa 3,4 milioni di linee mobili. Inferiori alle attese gli effetti sul churn, che si mantiene stabile, con un saldo netto di linee legato alla mobile number portability che si conferma neutro.
Prosegue l’implementazione della strategia legata alla Customer Platform, con l’aumento del 4,8% dei ricavi da servizi di TimVision. Alla fine del trimestre è stato lanciato anche il nuovo servizio Tim Energia powered by Poste Italiane, dedicato ai clienti retail, che ha ricevuto un’accoglienza positiva dal mercato.
Tim Enterprise ha infine registrato ricavi totali pari a 2,4 miliardi di euro (+4,4% anno su anno) e ricavi da servizi pari a 2,2 miliardi di euro (+5,5% anno su anno), continuando, sottolinea l’azienda, a performare meglio del mercato di riferimento. Il Cloud si conferma la principale linea di business e quella a maggior crescita, con un aumento dei ricavi da servizi del 23% anno su anno, anche grazie ai servizi offerti al Polo Strategico Nazionale. Sale al 65% (+3 punti percentuali anno su anno) la percentuale di ricavi da servizi legata all’Ict, mentre è in leggero calo la connettività. In aumento la quota di ricavi generati dalle factories di gruppo (+2 punti percentuali), con un trend previsto in ulteriore accelerazione. Il valore del portafoglio ordini è atteso in crescita a circa 4,0 miliardi di euro entro la fine dell’anno.
Le sinergie con Poste Italiane
Oltre ad approvare l’informativa finanziaria al 30 settembre 2025, il Consiglio di Amministrazione di Tim, riunitosi ieri sotto la presidenza di Alberta Figari, ha preso atto della presentazione del management sulle sinergie con Poste Italiane.
In particolare, sul fronte Consumer, oltre all’offerta Tim Energia powered by Poste Italiane, lanciata alla fine del terzo trimestre, è stato siglato il contratto di Mvno per PosteMobile, con la migrazione dei clienti attesa nel primo trimestre del 2026, e sono state avviate valutazioni su iniziative di cross selling per i clienti retail e pmi.
Tim e Poste Italiane hanno inoltre siglato una lettera di intenti per la costituzione di una joint venture su servizi cloud basati sull’AI generativa e tecnologie open source, che ha come obiettivo consolidare il ruolo di leader nella digitalizzazione del Paese dei due gruppi.
Il passaggio di testimone tra Calaza e Peluso come cfo del gruppo
Come annunciato all’approvazione della relazione finanziaria semestrale, con la presentazione al mercato dei risultati al 30 settembre diverranno efficaci le dimissioni di Adrian Calaza da chief financial officer del gruppo, con conseguente revoca dalla carica di dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili e cessazione della qualifica di Key Manager. Il Consiglio di Amministrazione e l’amministratore delegato esprimono il loro sincero ringraziamento e i migliori auguri per il futuro a Calaza, il cui contributo è stato decisivo nell’ottenimento di risultati tangibili che hanno gettato solide basi per il futuro del gruppo.
Da domani 7 novembre sarà Piergiorgio Peluso, rientrato nel gruppo lo scorso 1° ottobre come advisor dell’amministratore delegato, ad assumere la carica di chief financial officer e di dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili di Tim. Peluso, che non detiene azioni Tim, si qualificherà come key manager.
L’analisi di Intermonte
Commentando i risultati pubblicati con la trimestrale di Tim, la banca d’investimento Intermonte spiega che “ancora una volta, i risultati trimestrali sono stati sostanzialmente in linea con le aspettative”. Per l’istituto la nuova Tim “rimane sulla buona strada per chiudere il suo quarto anno consecutivo di raggiungimento delle previsioni. Il raggiungimento degli obiettivi per l’esercizio finanziario richiederà, tuttavia, un ulteriore rimbalzo dell’Ebitdaal nel quarto trimestre (+10%), sostenuto dagli aumenti dei prezzi di Tim Consumer, dall’accelerazione di Tim Enterprise (guidata dalla stagionalità e dal contratto del Servizio Sanitario Nazionale italiano) e dalla continua esecuzione del piano di trasformazione dei costi. In questa fase, non prevediamo modifiche sostanziali alle stime di consenso”.
Dunque, “in questa fase, i nostri prezzi obiettivo non tengono conto di opzioni significative, ancora in gran parte non valutate dal mercato, in particolare potenziali sinergie con Poste e un potenziale rialzo derivante dal consolidamento sul mercato”, ipotizzando un ri-rating di Tim Consumer, che potrebbe concretizzarsi rapidamente attraverso il ripristino del mercato, il consolidamento o la cessione di asset. “Questi elementi offrono un significativo potenziale rialzo alla nostra valutazione”.
A questo proposito, notano gli analisti di Intermonte, i recenti sviluppi in Francia riguardanti la potenziale scissione di Sfr rafforzano l’attrattiva speculativa del settore delle telecomunicazioni e potrebbero riaprire prospettive di consolidamento, con il numero di operatori potenzialmente ridotto da quattro a tre, non solo in Francia ma anche in Italia. “Iliad dovrebbe investire oltre 5 miliardi di euro per acquisire il 30% degli asset di Sfr; avrebbe quindi senso strategico per il gruppo uscire dall’Italia, dove non riesce a generare liquidità una volta considerati i costi dello spettro, e concentrare invece le proprie risorse sul mercato francese, data la sua limitata flessibilità finanziaria. La posizione dell’autorità Antitrust dell’Ue sarà fondamentale, in termini di scelta se optare per rimedi comportamentali (investimenti e accesso alle infrastrutture) o strutturali (cessioni di asset o frequenze), come nel caso della joint venture Vodafone-H3G nel Regno Unito”.































































