Serve un cambio di paradigma nelle regole del settore delle Tlc: la priorità non deve essere più — come negli ultimi anni — aumentare le velocità di rete, bensì garantire copertura capillare e resilienza delle infrastrutture. Lo scrive Analysys Mason nel recente documento “Predictions 2026 – Regulatory Policy”.
Secondo gli analisti, il 2026 sarà l’anno in cui la “quantità” e la “qualità diffusa” della connettività conteranno più della “massima capacità”. Garantire “copertura diffusa e stabile” diventa più importante di “ultra-banda” per pochi, scrive Analysys Mason.
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Analysys Mason: nel 2026 un cambio di paradigma nelle regole Tlc
La spinta a modificare le policy per il settore Tlc nel prossimo anno arriverebbe da alcuni fattori chiave.
Intanto, lo spostamento dell’attenzione dalle prestazioni “massime” (velocità) alla disponibilità e stabilità del servizio. Poi c’è l’aumento dell’attenzione al rafforzamento delle reti — anche in aree rurali o marginali — per assicurare connettività ubiqua;
Un altro elemento è la maggiore importanza del tema “resilienza”, ossia della capacità delle reti di reggere stress, traffico crescente, eventi critici o picchi improvvisi.
Infine, la necessità di un adeguamento normativo: regolatori e governi sono chiamati a definire regole che riflettano l’evoluzione del mercato, considerandone costi, investimenti e sostenibilità nel medio-lungo termine.
Rispondere alla domanda di connettività continua
Secondo Analysys Mason, diverse dinamiche convergono a rendere necessaria questa revisione delle priorità per le regole del settore Tlc.
Innanzitutto, la saturazione della domanda di banda: il boom dell’investimento in fibre e reti 5G ha già prodotto una capacità che, in molti mercati, eccede la domanda reale. Ciò rende inefficiente puntare ancora solo su aumento di velocità o throughput, affermano gli analisti.
Un secondo elemento è il declino degli investimenti operativi (Capex) delle telco: con reti già diffuse, le future spese degli operatori Tlc tenderanno a concentrarsi su manutenzione, aggiornamenti e resilienza, non su nuove infrastrutture ovunque — riducendo il contributo delle aziende agli investimenti infrastrutturali.
Analysys Mason individua anche nuove esigenze sociali e digitali: si allarga la domanda di connettività affidabile e continua, non solo per consumatori urbani e metropolitani, ma anche in zone rurali, aree marginali, pubblica amministrazione, scuole e imprese che richiedono servizi stabili e capillari. In questo contesto, garantire “copertura diffusa e stabile” diventa più importante di “ultra-banda” per pochi e implicherà anche una riflessione di policy sull’equità di accesso.
Infine, va considerato che la velocità non è più un buon indicatore se preso da solo; serve un approccio che guardi alla sostenibilità, alla resilienza, all’inclusione e al rischio sistemico — soprattutto se le infrastrutture digitali diventano “critiche”.
Gli impatti attesi sulle telco
Le autorità avrebbero interesse a promuovere policy che incentivino la copertura diffusa — anche in zone a bassa densità — e che considerino la connettività come infrastruttura strategica e di interesse pubblico. Potrebbero anche emergere nuovi modelli regolamentari: incentivi pubblici, sussidi, partnership pubblico-private, regole per garantire copertura minima e qualità del servizio.
Di fronte a queste nuove priorità regolamentari, le telco potrebbero dover rivedere i loro piani di investimento: minori spese per “massimo throughput”, maggiore focus su manutenzione, resilienza, copertura geografica e stabilità del servizio.
In mercati maturi, l’incentivo a puntare su nuovi upgrade o su velocità “estrema” si attenuerà: gli operatorii Tlc dovranno cercare altri driver competitivi, come qualità del servizio, copertura, affidabilità, nuove offerte evolute (servizi enterprise, IoT, accesso universale).
La redditività legata all’investimento “per banda” potrebbe diminuire, spingendo le strategie su efficienza, contenimento dei costi operativi, e diversificazione verso servizi a valore aggiunto.
Sprint alla digitalizzazione di PA e imprese
D’altro lato, le nuove policy favorirebbe la riduzione del digital divide: aree rurali o marginali potrebbero beneficiare di maggiore attenzione regolamentare e investimenti di copertura, scrive Analysys Mason.
Invece di rincorrere “velocità da gigabit” che magari non servono, gli utenti potrebbero ricevere connettività stabile, più affidabile e diffusa: utile per il lavoro da remoto, la scuola connessa, i servizi digitali, la digitalizzazione delle imprese e della pubblica amministrazione.
Potrebbe anche prodursi un miglioramento dell’equità nell’accesso a servizi digitali, ma molto dipenderà dal modo in cui le policy verranno implementate e regolamentate a livello nazionale o europeo, osservano gli analisti.
Le sfide del nuovo modello
Lo studio di Analysys Mason individua anche alcune sfide che accompagnano questo cambio di paradigma nelle regole per il settore delle Tlc. Per esempio, la definizione di “copertura minima accettabile” può variare molto: cosa significa “copertura adeguata”? Quanta stabilità è “sufficiente”? Regolatori e telco dovranno trovare metriche condivise.
Inoltre, incentivi pubblici o sussidi necessari per le aree remote richiedono volontà politica, fondi e governance trasparenti: non è scontato che tutti i Paesi adottino misure coerenti.
Infine, un cambio di paradigma nelle policy regolamentari per le telco significa anche ristrutturazione del business: la transizione può essere complessa, con rischi di erosione del ritorno dell’investimento, possibile chiusura di aree non redditizie o conflitti tra obiettivi commerciali e di servizio pubblico.
5G e 6G, le regole che accompagnano il futuro
In definitiva, l’evoluzione delle policy dipenderà dalla volontà dei regolatori di accompagnare l’evoluzione della connettività mobile. Secondo Analysys Mason, in preparazione di un futuro sempre più imperniato sulla connettività, le autorità di regolamentazione stanno già rivedendo il loro approccio normativo alle implementazioni mobili, con una maggiore attenzione alla resilienza energetica, alla disponibilità della rete e alla qualità del servizio.
“Le reti di comunicazione devono essere valutate utilizzando ‘approcci di sistema completi’ per comprenderne la resilienza”, osservano gli analisti. “Regolatori e decisori politici guarderanno al passato, per assicurarsi che il disinvestimento delle vecchie tecnologie non causi più problemi di quanti ne risolva, e al futuro per garantire che le tecnologie future forniscano ciò di cui c’è più bisogno. Con le reti 5G ancora in evoluzione e il 6G all’orizzonte, l’attenzione dei regolatori si sposterà dalle velocità di picco verso il raggiungimento di una migliore qualità di copertura e resilienza, anche se l’attenzione dei fornitori di apparecchiature Tlc sarà rivolta a dimostrare i casi d’uso più interessanti che questa tecnologia futura può offrire”.











