Torna in azione il Plasma Wind Tunnel del Cira

Pubblicato il 12 Mag 2011

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A poco meno di un mese dalla campagna di prova del veicolo di
rientro Expert Flap dell’Esa, il Plasma Wind Tunnel del Cira è
tornato in azione. La speciale galleria del vento – ribattezzata
“Scirocco” – che riproduce le condizioni di rientro in
atmosfera dei veicoli spaziali, è stata utilizzata per i test sul
dimostratore tecnologico di Irene (Italian Re-Entry NacellE), la
capsula italiana di rientro spaziale finanziata dall’ASI e
progettata e realizzata in Campania dal Consorzio di Pmi Ali
(Aerospace Laboratory for Innovative Components).

Il Cira ha eseguito una prova di rientro simulato in atmosfera che
ha dimostrato la validità del design, dei materiali selezionati e
delle tecnologie innovative messe a punto nel progetto italiano. In
particolare, la prova ha esposto il dimostratore tecnologico in
scala 1:4 della capsula per 270 secondi ad una entalpia di ca. 12
MJ/kg portandone la superficie di più di 1.600 °K; tale prova ha
simulato realisticamente le condizioni di stress termo-strutturale
di una capsula spaziale in rientro balistico dimostrando
ulteriormente l’importanza di queste strutture per lo sviluppo
tecnologico nazionale.

Irene è un programma concepito e finanziato dall’Agenzia
Spaziale Italiana che ha trovato riscontro progettuale in un gruppo
di Piccole e Medie Imprese Campane. Queste, tramite
l’associazione in consorzio, hanno trovato la massa critica e le
sinergie necessarie a dare risposta tecnica e progettuale ad un
sistema innovativo e complesso quale un sistema di rientro
spaziale.

Asi ed il consorzio Campano Ali hanno puntato sullo sviluppo di una
capsula di rientro dallo Spazio che potesse fornire servizi di
utilità fondamentale quale il rientro di carichi utili da orbite
Leo (Low Earth Orbit) o supporto a missioni scientifiche e
tecnologiche che richiedono, per rendere sempre più semplice
l’accesso allo spazio, un servizio affidabile, veloce e di basso
costo. La missione del programma è verificare la fattibilità e
quindi procedere alla realizzazione di un sistema di rientro di
piccole dimensioni (circa 200 lt) e massa limitata (circa 150 kg)
basato su tecnologie di basso costo consolidate ed affidabili.
"Il programma Irene rappresenta il successo di un modello –
afferma Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana
– che ASI sta promuovendo su varie iniziative di attuazione del
programma spaziale italiano. La co-partecipazione pubblico-privata,
la valorizzazione delle Pmi e la presenza delle Grandi Imprese è
un asse portante della politica spaziale nel nostro
Paese".
“La prova realizzata – ha dichiarato il presidente del
Consorziom, Giovanni Squame – ha dimostrato che in Campania è
possibile ottenere risultati straordinari grazie alla competenza,
alla professionalità e all'impegno delle aziende del consorzio
Ali (Astro Industry, Euro.Soft, Its, FoxBit, Srs Engineering
Design, TeS, Telespazio) che hanno creduto sin dall'inizio nel
progetto ed innanzitutto al contributo scientifico del Dipartimento
di Ingegneria Aerospaziale dell'Università Federico II e del
Cira”.

Tra le principali caratteristiche di design della capsula c’è un
particolare sistema di gestione della “discesa” e di
protezione. Si tratta di una struttura a geometria variabile che in
fase di rientro "si apre ad ombrello” al fine di aumentare
la superficie esposta all'atmosfera, rallentando la discesa
(aerobrake) in modo da diminuire i picchi di stress termo-meccanico
proteggendo contemporaneamente la struttura portante con i carichi
utili. Questa impostazione progettuale è stata selezionata in
quanto risponde all'esigenza di utilizzo di materiali "off
the shelf", ovvero già impiegati in strutture non spaziali
soggette ad alti livelli di stress termo-meccanico quali quelle
avioniche.

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