SPETTRO

Tv locali, al via i bandi Mise per le nuove frequenze

Graduatorie aperte agli operatori di rete locali e ai fornitori di servizi media audiovisivi dopo la rottamazione delle frequenze interferenti con l’estero. Le domande si potranno presentare al ministero dal 9 maggio al 10 giugno

Pubblicato il 03 Mag 2016

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Sono stati emanati nelle scorse ore dal ministero dello Sviluppo economico i bandi per le graduatorie sia degli operatori di rete locale relativamente alle nuove frequenze coordinate attribuite all’Italia, cioè non interferenti con i paesi confinanti, sia dei fornitori di servizi media audiovisivi che potranno essere trasportati sui multiplex, a partire dalle regioni oggetto della cosiddetta “rottamazione delle frequenze” interferenti con l’estero. A darne notizia è un comunicato del Mise, che specifica come le regioni interessate siano Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna.

Per l’assegnazione delle nuove frequenze, specifica il ministero, sono stati adottati singoli bandi di gara per ciascuna frequenza. Le domande di partecipazione al Ministero dello Sviluppo Economico potranno essere presentate dal 9 maggio al 10 giugno 2016.

Un passo importante per la rottamazione delle frequenze televisive interferenti con l’estero risale alla fine del 2015, quando sul sito del Mise erano state pubblicate tutte le indicazioni per accedere alle compensazioni, in tutto 50 milioni e 826mila euro, per chi avesse accettato di liberare le frequenze interferenti. “Non solo iniziamo a risolvere il problema delle interferenze con i paesi confinanti per riportare l’Italia nella legittimità internazionale – aveva commentato in quell’occasione Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni – ma siamo in grado di dare più certezze alla tv locali che intendono investire e crescere”.

La pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto interministeriale per la liberazione volontaria delle frequenze interferenti con l’estero risale invece a giugno, in un provvedimento che aveva l’obiettivo di favorire i consorzi tra emittenti, cosicché alcune frequenze potessero essere liberate e altre sfruttate a pieno.

Tre le possibilità aperte per le 144 emittenti locali che occupavano le 76 frequenze da restituire ai paesi confinanti: accettare l’indennizzo e chiudere attività, concorrere per l’assegnazione di una frequenza libera non interferente a seguito della nuova pianificazione Agcom, grazie ai bandi pubblicati oggi, o quella di dare vita a una società consortile insieme ad altre emittenti: in questo caso le società che libereranno le frequenze interferenti avranno diritto all’indennizzo e potranno concorrere all’assegnazione delle frequenze libere insieme ad altre società “alleate”.

Nello specifico, i due bandi presentati oggi riguardano in un caso gli operatori di rete, e nell’altro i fornitori di contenuti. Con il primo si assegnerà il diritto d’uso delle frequenze, con il secondo il diritto a poter trasmettere i propri contenuti su quella porzione di spettro. Nulla assicurerà a chi avrà ottenuto l’uso di una frequenza di poterla utilizzare per trasmettere i propri contenuti: l’assegnazione delle frequenze sarà così separata dalla fornitura di contenuti, che per la prima volta dovranno rispondere a precisi requisiti di qualità.

“Le graduatorie, una per ogni regione – spiegava il Mise illustrando il decreto interministeriale – saranno redatte seguendo un ordine di priorità che privilegerà innanzitutto i soggetti che libereranno le 76 frequenze escluse dalla nuova pianificazione di Agcom, e poi i soggetti che decideranno di liberare altre frequenze attraverso la costituzione di società comuni per una gestione più razionale dello spettro radioelettrico”.

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