Già si parla di un rinvio al dopo estate sulla decisione, da parte
dell'Agcom, in merito aumento delle tariffe di unbundling.
All'ordine del giorno del Consiglio dell'Authority in
programma per domani manca all'appello la discussione
sull'unbundling. E dunque la probabilità che la partita sia
rimandata a settembre è alta.
Nonostante l'iter sia concluso – la consultazione pubblica è
terminata da tempo e l'aumento a 8,70 centesimi al minuto
(dagli attuali 8,49) doveva essere in vigore addirittura da maggio
– l'Authority ha "congelato" il provvedimento.
Le ragioni dello stand by sono facilmente intuibili: l'aumento
delle tariffe di unbundling è strettamente legato – anche senza
alcun collegamento formale diretto – con il tavolo Ngn. In ballo
c'è l'accordo fra Telecom Italia e gli Olo, fortemente
contrari all'aumento del canone per l'ultimo miglio che,
come più volte dichiarato, sfavorirebbe gli investimenti nelle
nuove reti da parte dell'ex incumbent. Calabrò da parte sua ha
più volte ribadito che l'aumento tariffario altro non
rappresenta che l'adeguamento dell'Italia alle richieste
della Commissione europea.
L'apertura del tavolo sugli esuberi Telecom certamente
contribusice a rendere prudente l'Autorità delle
Comunicazioni: meglio che si sciolgano prima i nodi sui
licenziamenti e sulle Ngn.