DIGITAL MINDS - 5

Van Uffelen: “Servono nuovi skill per la Networked society”

Per la digital champion belga, ceo di Ericsson Belux, occorre rinnovare il sistema scolastico. In più, le grandi aziende devono accelerare l’adozione delle nuove tecnologie e liberarsi dei vecchi modelli di business: “Oggi non sfruttano abbastanza le opportunità del digitale”

Pubblicato il 26 Set 2014

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Digital Minds for a new Europe” è il titolo della serie di interventi raccolti sul sito di Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Ue e commissario uscente all’Agenda digitale. Quaranta contributi che fino al 31 ottobre accompagneranno con proposte e idee sui temi dell’innovazione il periodo che manca alla fine del mandato.

Oggi è la volta di Saskia Van Uffelen, la digital champion belga, ceo di Ericsson Belux. Ecco una sintesi del suo intervento:

“L’Europa ha l’urgente necessità di affinare le sue competenze digitali per tenere il passo con i cambiamenti in corso nella Networked society, e le grandi aziende devono rinnovare i loro modelli di business per rispondere alle imminenti sfide di un mondo divenuto digitale”. (…) “Tra qualche anno, metà della popolazione mondiale avrà accesso alla super-banda larga. In Belgio, e in altri Paesi europei, i diversi operatori sono impegnati a rendere Internet sempre più veloce. Il Belgio oggi è già tra le nazioni all’avanguardia in Europa per l’infrastruttura broadband e continuare a investire nell’infrastruttura di telecomunicazione è necessario in tutti i Paesi europei”.

La Ceo di Ericsson Belux presenta una serie di dati: l’Lte è uno dei sistemi che si è sviluppato più rapidamente nella storia delle comunicazioni mobili e secondo l’Ericsson Mobility Report 2014 oggi ci sono più di 6,8 miliardi di abbonamenti mobili nel mondo; per la fine del 2019 il totale salirà a 9,2 miliardi. Ancora, entro il 2020, ci saranno circa 50 miliardi di device connessi a Internet. Oggi non meno del 91% della popolazione mondiale accede alle comunicazioni mobili e il traffico dati è previsto in forte crescita nei prossimi anni.

Tuttavia le evoluzioni del mobile e del digitale, che già appaiono tanto veloci, saranno ancora più rapide nel futuro e le aziende devono rendersi pronte per le tecnologie innovative entro il 2020, accelerando il passo dell’adozione. “La Networked society, in cui tutto – cose e persone – è connesso a Internet con un impatto significativo sulla vita delle persone, sull’economia e sulla società, non è così lontana. Le innovazioni tecnologiche offrono enormi opportunità ma le aziende non sembrano ancora sfruttarle abbastanza”, dice la Van Uffelen.

Per la Ceo, nella nostra economia, le start-up con idee innovative e brillanti spuntano come funghi; invece, le grandi aziende sono bloccate da una mentalità datata che grava anche in termini di costi. E le competenze della nostra forza lavoro potrebbero essere sufficienti nell’attuale economia, ma non lo saranno più nel futuro digitale. “Iperdigitalizzazione, mobilità e Internet of Things hanno un impatto rivoluzionario sull’economia e i modelli di business saranno completamente trasformati di qui a vent’anni. Gli skill ritenuti sufficienti oggi non potranno tenere il passo con le evoluzioni tecnologiche”.

Deve dunque cambiare il sistema scolastico, perché oggi non prepara adeguatamente alle sfide del digitale e ai requisiti dei posti di lavoro di domani. E devono cambiare le imprese: “Le aziende devono imparare a guardare oltre il loro specifico settore. Occorre avere un modo di pensare e di lavorare che attraversa più settori”, scrive la Van Uffelen.

Ci sono poi alcuni temi che l’Europa deve portare avanti con maggior convinzione, varando delle specifiche politiche che promuovano l’innovazione. Tra questi l’e-government, che, nota la Van Uffelen, non è ancora diffuso quanto dovrebbe e necessiterebbe da parte dell’Europa di un framework definito entro il quale ciascuno Stato-membro possa operare per creare le smart cities e trasformarsi in uno smart country. Un altro tema è la mancanza di una chiara strategia per la privacy e la sicurezza dei dati personali.

Conclude la Van Uffelen: “Oggi sono i singoli individui e le community che danno impeto ai grandi cambiamenti per il futuro. Questa spinta crea tante possibilità e soluzioni per il mondo dell’impresa per affrontare sfide globali come l’urbanizzazione, la povertà, i cambiamenti climatici, l’uso di fonti di energia rinnovabili e l’accesso all’istruzione e alla sanità. Ma io penso che le Ict siano l’anello mancante per rendere realtà concreta la transformazione e il progresso”.

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