Venezuela, quella politica monetaria che soffoca Telefonica Moviles

La severa politica di controllo monetario del Paese impedisce alla compagnia spagnola di portare a casa i circa due miliardi di dollari di profitti realizzati negli ultimi tre anni

Pubblicato il 15 Set 2009

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Sulla carta, il mercato venezuelano dovrebbe essere una gallina
dalle uova d’oro per Telefonica, il secondo operatore spagnolo
per valore di mercato. Tuttavia, a causa della severa politica di
controllo monetario del paese sudamericano, la compagnia spagnola
non riesce a portare a casa i circa due miliardi di dollari di
profitti che ha realizzato negli ultimi tre anni, dal 2006 in poi.
La penuria di dollari, infatti, continua a soffocare l’economia
di Caracas.
Il problema, rimasto in sordina negli scorsi anni, è diventato
improvvisamente attuale quando i profitti nell’America Latina
hanno continuato a salire, mentre i ricavi europei si sono fermati,
colpiti dalla crisi dei mercati, facendo salire improvvisamente il
peso della controllata venezuelana, Telefonica Moviles Venezuela,
che ora pesa per il 15 per cento sui 5 miliardi e mezzo di euro che
il gruppo ha conseguito in ricavi in  Sud America nel secondo
trimestre.
Tuttavia, nonostante una crescita del 41%, che ha portato i ricavi
dei tre mesi a quota 865 milioni di euro, la compagnia telefonica
è bloccata perché la politica economica del Venezuela controlla
il cambio mantenedo il bolivar (la moneta nazionale) forte
artificialmente e con la forte discesa del prezzo del petrolio
dell’ultimo anno, Caracas si è trovato a corto di valuta estera.
Il risultato è che, mentre il cambio ufficiale è fissato a 2,15
bolivar per un dollaro dal 2005, al mercato nero lo scambio avviene
7 contro uno, anche a causa di un’inflazione attorno al 20 per
cento.

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