Vodafone sceglie la tecnologia per sviluppare il brand a livello globale. Accantonate le sponsorizzazioni tradizionali, a partire da quella in Formula 1, che comunque si è dimostrata basilare per consolidare il marchio fuori dal mercato domestico, la telco britannica è in cerca di un legame più profondo col pubblico, e per questo punta dritta al cuore di molti dei suoi 400 milioni di consumatori. Anche perché spesso è là vicino al cuore, nel taschino, che si trova l’altro strumento che oggi, nel bene e nel male, è sempre più fondamentale nella vita quotidiana per generare e rievocare emozioni: lo smartphone.
Il programma Firsts, partito il 14 maggio ma presentato ufficialmente ieri a Milano per quanto riguarda Vodafone Italia, prevede infatti l’engagement dei clienti attraverso un concorso che permette loro di proporre un’esperienza da provare o realizzare per la prima volta (da qui la parola “first”) servendosi per l’appunto della tecnologia. La base di partenza è il telefonino, tutto il resto, almeno per i finalisti dei dieci Paesi inclusi nel contest (Egitto, Germania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Qatar, Romania, Spagna, Regno Unito, Sudafrica), ce lo mette Vodafone. Qualche esempio?
La campionessa olimpica di pugilato Mari Kom, una degli ambassador dell’iniziativa, desiderava aiutare le donne indiane a imparare a difendersi. Sfruttando il proprio know how e la propria rete di contatti, la società ha sostenuto Kom nella realizzazione di una palestra di box e autodifesa per sole donne in Manipur e nella creazione di un video che sarà parte di un’applicazione per smartphone che permetterà alle allieve di Kom dislocate altrove di seguirne gli insegnamenti a distanza. Inoltre arriverà presto un servizio gratuito Sms che, oltre a garantire l’accesso a un forum dedicato e a servizi di assistenza telefonica, sopperirà al mancato possesso di uno smartphone.
Si può poi citare il compositore britannico Neil Harbisson. Affetto fin dalla nascita da una patologia genetica chiamata acromatopsia, che in pratica limita la percezione cromatica alle sole sfumature di grigio, Harbisson ha diretto a febbraio il coro giovanile di Palau (Spagna) insieme al quartetto d’archi catalano Quartic in un concerto privo di spartiti: i musicisti seguivano le indicazioni che Harbisson dava loro mostrando diverse gamme di colori su un tablet. Mentre il surfista inglese Tom Lowe ha cavalcato le onde più selvagge del mondo, le Todos Santos, sulla costa messicana di Baya California, in Messico, al loro culmine, sfruttando le previsioni oceanografiche e metereologiche che ha avuto a disposizione sul proprio smartphone.
Di prime volte “epic”, vissute nella prima fase della campagna Firsts, ce ne sono altre, ma Daniela Cazzani, brand manager di Vodafone Italia, spera che grazie alla partecipazione dei clienti molte nuove case history, da iscrivere nelle categorie discover, sport, innovation ed entertainment, non tarderanno ad arrivare. “Sarà la prima volta che useremo l’applicazione My Vodafone in chiave push, per promuovere l’iniziativa e coinvolgere il maggior numero di persone possibile. Le rilevazioni fatte sui primi progetti mostrano un ottimo ritorno sia in termini di visualizzazioni e contatti sui social network, sia di equity, con un media value dell’operazione, che ha un fortissimo connotato viral, stimato intorno ai 15 milioni di euro”. I video prodotti durante la campagna diventeranno infatti materiali di supporto allo sviluppo del marchio, specialmente nel formato che Vodafone ha già battezzato ‘lifies’, micro-riprese da cinque secondi che mostrano le reazioni delle persone durante le loro ‘prime volte’.
Il concorso è già aperto: c’è tempo fino all’8 agosto per proporre sul sito www.firsts.com i propri first, che verranno valutati prima da Vodafone e poi dagli altri utenti fino a creare a metà settembre una rosa di dieci finalisti, uno per ogni Paese partecipante.